Sul palco dell’Ariston, in occasione della Rassegna della Canzone d’Autore 2025, il Grup Yorum, la formazione turca a cui è intitolato l’omonimo premio, assegnato in collaborazione con Amnesty International, agli artisti che hanno lottato per i diritti umani, pagando anche a caro prezzo la loro resistenza.
Dai concerti al carcere e al sacrificio. Grup Yorum sul palco dell’Ariston
Alla conferenza stampa nell’ex stazione di Sanremo, QG del Club Tenco, c’erano Sena Erkoç e Muharrem Cengiz, due dei (nuovi) membri della storica formazione turca, fondata nel 1985. Nel 2020, due dei componenti, arrestati dalla polizia di Erdogan, si sono lasciati morire dopo uno sciopero della fame durato quasi un anno. Sono ancora 21 i componenti della band incarcerati in Turchia.
Gli attivisti e musicisti, ora di base in Germania, hanno raccontato la drammatica e sistematica opera di oppressione condotta nei confronti della band. Dai numerosi assalti della Polizia al loro centro culturale a Istanbul, alla distruzione degli strumenti, fino al ferimento stesso dei musicisti (con la rottura delle mani) per impedire loro di suonare. “Per questo – racconta Sena – abbiamo scelto di fare diventare strumenti i nostri corpi“. Al momento, le canzoni della band, seguita da milioni di persone in Turchia, con testi che parlano di giustizia sociale, di lotta alla povertà e libertà, sono censurate su tutti i social e sulle piattaforme web.
“Se non c’è una via, dobbiamo crearla”
“È molto importante essere qui per noi – ha aggiunto Sena -. Siamo la voce delle pressione oprresse, non solo in Turchia, ma anche in tutto il mondo. Sappiamo di non essere da soli, per noi è un onore essere qui per la Palestina, in memoria di Refaat Alareer. Se abbiamo dei valori che ci spingono a lottare non c’è forza che possa trattenerci, in tutto il mondo. Come diceva Refaat nella sua ultima poesia, noi raccontiamo queste storie. È l’unico modo per restare vivi: C’è l’oppressione, ma c’è anche la Resistenza. Se non esiste una via, dobbiamo crearla”.
Il Premio Yorum
Quest’anno, il Premio Yorum assegnato postumo al poeta e attivista palestinese Refaat Alareer, morto il 6 dicembre del 2023 nel Nord di Gaza, in un raid israeliano. A ritirarlo al suo posto, il cantautore e giornalista italo-palestinese Nabil Bey Salameh.
