Coppia di anziani truffata per anni: la badante si era fatta comprare una casa e riceveva bonifici ogni 10 giorni
Rilevato un danno al patrimonio dei due anziani che ammonta a circa 365000 euro

E' finita nel carcere di Torino la badante macedone che negli ultimi anni ha truffato due anziani fratelli, lei di 87 anni, lui di 93.
A insospettire i parenti e la commercialista di famiglia la decisione dell'anziano di intestare alla badante un appartamento a Guarene acquistato nel settembre 2024 dal 93enne.
L'incontro tra l'anziano e la badante
L’incontro tra il novantatreenne e la badante avviene nel 2023 all’interno di una casa di riposo. Nel 2024, l’anziano lascia la casa di riposo per raggiungere la sorella in un appartamento di proprietà a Barbaresco.
La badante si dichiara disposta ad assistere entrambi gli anziani, dopo una regolare assunzione, avvenuta dal marzo del 2024. Fin dall’inizio della sua attività, la 44enne macedone, che abita ad Asti, si lamenta per le difficoltà nel raggiungere l’abitazione dei due fratelli e li convince ad acquistare, e successivamente a farsi intestare, l'appartamento di Guarene.
La coppia di anziani usata come "bancomat" dalla 44enne macedone
Nel frattempo, la commercialista di famiglia rileva un danno al patrimonio dei due anziani che ammonta a circa 365000 euro, non c'è solo l’appartamento acquistato, ma anche altre cessioni in denaro, che arrivano a mille euro ogni dieci giorni.
Parallelamente, in occasione dell'ormai nota e consolidata campagna antitruffa in danno degli anziani, promossa dal Comando Provinciale di Cuneo, i carabinieri di Neive hanno modo di visitare l’alloggio dei due fratelli e verificarne il precario stato di salute ed abbandono, rilevando oltretutto ambienti poco sani. Ciò consente di attivare indagini mirate, allertando anche i servizi sociali competenti per territorio.
La Procura della Repubblica di Asti delega i carabinieri di Neive ad esperire una serie di accertamenti e riscontri, anche di natura contabile ed amministrativa a carico della badante macedone e proprio i riscontri investigativi, esperiti dai carabinieri di Neive, consentono all’Autorità Giudiziaria di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico della badante.