Il depuratore del Garda tra Lonato e Montichiari è ormai prossimo a diventare realtà. Dopo anni di attesa, la conferma ufficiale è arrivata: l’impianto verrà realizzato in località Esenta, nel comune di Lonato del Garda, a nord della Strada provinciale 668 (Lenese), in prossimità dei confini con Calcinato e Montichiari. Si tratta di un’opera centrale per il nuovo sistema di collettamento e depurazione dei reflui provenienti dalla sponda bresciana del lago di Garda, gestito da Acque Bresciane, con un investimento complessivo stimato tra i 250 e i 300 milioni di euro. Il progetto prevede la costruzione di un impianto di depurazione moderno e ad alta capacità, collegato a una fitta rete di collettori lunga oltre 30 km. Le acque trattate verranno convogliate attraverso un canale artificiale di circa 10 km fino al fiume Chiese, in località Fontanelle, nel territorio di Montichiari. Il cronoprogramma tecnico stabilisce la consegna del progetto definitivo entro il 2025, l’avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) nel 2026 e l’inizio dei lavori nel 2027. La fine dei lavori è prevista non prima del 2030-2031.
Le parole del sindaco di Montichiari

Il sindaco di Montichiari, Marco Togni, prende posizione dopo gli ultimi aggiornamenti relativi al lungo iter per la realizzazione del collettore del Garda. Secondo Togni, il nodo non è solo l’impianto in sé, ma l’intero sistema di collettamento, depurazione e scarico delle acque reflue della sponda bresciana del Garda, con impatti estesi sul territorio e sull’ecosistema. Il sindaco punta il dito contro Acque Bresciane, denunciando costi raddoppiati, scelte geografiche discutibili e l’assenza di interventi strutturali come la separazione delle acque bianche da quelle nere. Un’analisi che cerca di mettere in luce le tante criticità che hanno contraddistinto l’opera fin dagli esordi.
«Nei giorni scorsi sono usciti alcuni articoli di giornale relativi al depuratore del Garda. Oggi sono a dire la mia alla luce delle cose che ho/abbiamo scoperto con l’accesso agli atti che sono stati fatti. Prima però partiamo da un punto fondamentale: è assolutamente sbagliato parlare solo del depuratore altrimenti l’opinione pubblica e non solo, pure gli organi deputati a decidere, valutare, giudicare, potrebbero capire male che qui non si tratta solo di un impianto di depurazione inteso come delle “vasche e qualche pompa recintate in qualche migliaio di metri quadrati di un terreno” ma si deve parlare del “Sistema di collettamento, di depurazione e di scarico delle acque reflue generate dai Comuni della sponda bresciana del Lago di Garda” ovvero si parla di chilometri e chilometri di tubi, vasche di laminazione, sistemi di rilancio, pompaggio, di depurazione e infine di scarico che investe chilometri e chilometri quadrati di territorio bresciano. Un impianto di depurazione inteso come vasche, pompe, filtri fa solo bene e nessuno è contrario anzi, ben venga. I punti da analizzare sono in realtà tre: quale è il problema da risolvere, quale è la situazione attuale a livello impiantistico e come si vuol risolvere il problema».
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