Pavia (PV)

Cocaina nascosta anche nei chicchi di caffè: smantellato maxi traffico internazionale di droga

Tre organizzazioni criminali, legate alle cosche calabresi e in contatto con i narcos sudamericani, volevano far arrivare in Italia 300 chili di cocaina: arresti anche in provincia di Pavia

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Smantellato maxi traffico internazionale di droga

La Polizia ha smantellato un maxi traffico internazionale di droga gestito dalla 'ndrangheta, con 17 arresti: coinvolti anche due detenuti a Voghera e un latitante nascosto a Casorate Primo. La cocaina, proveniente dal Sudamerica, veniva nascost persino nei chicchi di caffè. Tre organizzazioni operavano tra la Calabria, Milano e la Colombia, con un giro d’affari da oltre 30 milioni di euro.

Cocaina nascosta nei chicchi di caffè

Cocaina nascosta nei chicchi di caffè, traffici gestiti dalle cosche calabresi e contatti diretti con i narcos colombiani. È il quadro svelato dall’operazione “Pratì”, condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

L’inchiesta ha portato a 17 arresti, mentre altre quattro persone risultano al momento irreperibili. Un blitz imponente, con oltre 120 agenti mobilitati all’alba di giovedì 10 luglio 2025 nei territori di Platì, Siderno, Milano, ma anche in provincia di Pavia, esattamente a Casorate Primo e nel carcere di Voghera.

Un traffico da 30 milioni di euro

Il business era strutturato e tentacolare. Tre diversi gruppi criminali agivano in coordinamento tra Calabria e Sudamerica. Due delle organizzazioni si occupavano dell'importazione di cocaina dalla Colombia e dall’Ecuador, mentre una terza era specializzata nella coltivazione e distribuzione di marijuana. Al centro dell’indagine il tentativo di far arrivare in Calabria un carico di 300 chili di cocaina, destinato a fruttare oltre 30 milioni di euro sulle piazze italiane.

Broker, intermediari e “Capo Società”

L’indagine è partita da un tentativo di importazione orchestrato da due soggetti di Mammola (RC), ancora non identificati. A coordinare l’operazione due indagati già coinvolti nell’inchiesta “Malea”, ritenuti appartenenti alla 'ndrangheta locale con ruoli di vertice: uno operava come broker nei rapporti con i cartelli colombiani, l’altro come intermediario con i committenti italiani. Secondo gli inquirenti, i carichi di droga viaggiavano nascosti in container su navi commerciali, con tecniche di occultamento sempre diverse per eludere i controlli doganali.

 

La cocaina nei chicchi di caffè

Tra gli episodi più eclatanti dell’inchiesta, il sequestro di un pacco intercettato all’Aeroporto di Ciampino. Apparentemente una normale spedizione affidata a una società ignara, ma che conteneva circa un chilo di cocaina purissima celata all’interno di chicchi di caffè. Un tentativo ingegnoso, ma non abbastanza da sfuggire all’attenzione degli investigatori della Squadra Mobile.

La regia delle cosche dalla Colombia

L’indagine ha rivelato una regia criminale ben strutturata, con diramazioni fino in Sudamerica. Le cosche calabresi avrebbero coordinato le operazioni anche tramite affiliati residenti in Colombia, mantenendo un filo diretto con il Clan del Golfo, uno dei principali cartelli del narcotraffico colombiano. Non mancavano specialisti nella lavorazione della canapa e nella gestione dei carichi in arrivo.

Arresti anche in provincia di Pavia

Tra gli arrestati figura anche un 44enne che si era nascosto a Casorate Primo. Due i provvedimenti eseguiti anche nel carcere di Voghera, a dimostrazione di come il coordinamento criminale non si sia interrotto nemmeno dietro le sbarre.

I 17 arrestati sono tutti indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, coltivazione di piantagioni di canapa indiana, lavorazione e commercializzazione di marijuana e detenzione illegale di armi comuni da sparo.