La Procura di Bologna ha chiesto al Gip di archiviare le indagini per identificare la persona che, lo scorso febbraio, ha ucciso con un colpo d’arma da fuoco il cane Franco, sulle colline di Monte San Pietro, nel Bolognese. Il meticcio era di proprietà di uno dei volontari del vicino rifugio Riot Dog ed era in passeggiata con un altro cane femmina.
A rendere nota la decisione della Procura è la LAV (Lega Antivivisezione) che, insieme ad altre associazioni, aveva denunciato il grave episodio. Chi ha sparato a Franco aveva poi abbandonato l’animale in un cespuglio, dove era stato poi trovato con un foro di proiettile in un fianco.
“È incredibile la richiesta di archiviazione delle indagini nei confronti di chi ha ucciso il cane Franco sparandogli mentre era in passeggiata con la sua compagna ed il suo ‘compagno umano’ lo scorso febbraio nelle colline Bolognesi” ha dichiarato l’avvocato Annarita D’Errico, responsabile LAV degli Sportelli contro i maltrattamenti e che si occupa come legale del caso. “Una violenza che sarebbe potuta capitare a chiunque -prosegue- e che ora la Procura della Repubblica di Bologna vorrebbe archiviare solo perché le indagini svolte fino ad ora, e assolutamente insufficienti per LAV, non hanno portato all’individuazione del responsabile di una simile e tremenda azione”.
La stessa LAV spiega che Franco viveva presso il rifugio Riot Dog, dove sono ospiti altri cani, tra cui alcuni affidati a LAV. Il fatto che non sia stato individuato il colpevole della sua uccisione fa sentire in pericolo tutti coloro che girano intorno al rifugio, umani e animali. Nei giorni successivi alla morte del meticcio erano comparse scritte in cui si esultava per l’uccisione: “Hanno fatto bene, meno cani in giro”.
“Siamo certi che se le indagini fossero state condotte con un maggiore approfondimento, avrebbero potuto portare a risalire a chi ha sparato a Franco” prosegue LAV, che presenterà opposizione alla richiesta di archiviazione. L’atto conterrà nel dettaglio le proposte di indagini suppletive.
