Ieri martedì 21 ottobre 2025, per un paio d’ore tra le 19 e le 21, a Covo e nella Bassa si è respirata un’atmosfera di festa anticipata.
Un martedì sera tra luci e botti
Martedì 21 ottobre 2025, per un paio d’ore tra le 19 e le 21, a Covo si è respirata un’atmosfera da Capodanno anticipato. Dalle vie a est del paese, in particolare via Colleoni e via Campo Rampino, si sono levati botti e bagliori che hanno acceso il cielo per tutta la serata. In molti, sorpresi, si sono affacciati alle finestre chiedendosi cosa stesse succedendo.
A organizzare la festa, la comunità indiana che da oltre dieci anni ha sede in via Campo Rampino, dove si trova il capannone dell’associazione culturale frequentato ogni fine settimana per cerimonie e incontri religiosi. Ma le luci arrivavano anche da Cortenuova, dove nell’area delle ex Acciaierie, punto di riferimento della comunità sikh, si sono svolti grandi festeggiamenti.
Diwali, la festa della luce
Il motivo dei festeggiamenti era il Diwali, chiamato anche Dipavali o Deepawali, una delle più importanti ricorrenze indiane. La “festa delle luci”, che nel 2025 cade il 24 ottobre, celebra la vittoria della luce sull’oscurità, del bene sul male, della giustizia sull’ingiustizia. Un concetto universale, vicino al simbolismo orientale dello Yin e Yang, in cui il chiaro e lo scuro convivono in equilibrio. Durante il Diwali, la luce diventa un augurio di prosperità e serenità: si accendono lampade, lanterne e candele in ogni casa, i templi si illuminano e i fuochi colorano i cieli. È un modo per dire che il bene, anche nelle notti più buie, può sempre risplendere.
Un significato per ogni fede
Il Diwali unisce comunità diverse: per i buddhisti ricorda la conversione dell’imperatore Ashoka; per i jainisti celebra il profeta Mahavira; per i sikh è il giorno della liberazione del Guru Hargobind Singh Ji. Per gli induisti, invece, è la festa della vita che trionfa sulla morte, un’occasione per ritrovare amici, familiari e armonia. In India, città come Varanasi si trasformano in scenari incantati: migliaia di candele vengono lasciate galleggiare sulle acque del Gange, dove, secondo la tradizione, Dio scende sulla Terra per purificarsi. Una magia di luce e fede che, martedì sera, ha fatto brillare anche un angolo della Bassa Bergamasca.