Sondrio (SO)

Blitz anti droga tra Brianza e Valtellina: smantellata la famiglia dello spaccio sondriese

Gli scambi avvenivano in modo singolare: gli spacciatori, posizionati oltre un piccolo corso d’acqua per mantenere distanza e sicurezza, lanciavano ai clienti un contenitore con la droga, che poi veniva rilanciato indietro con il denaro all’interno.

Blitz anti droga tra Brianza e Valtellina: smantellata la famiglia dello spaccio sondriese
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I Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Sezione Operativa della Compagnia di Sondrio, con il supporto dei militari delle Compagnie di Sondrio e Pavia e dell’unità cinofila di Casatenovo (LC), hanno dato esecuzione, nelle province di Sondrio e Pavia, a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Sondrio su richiesta della locale Procura.

Cinque le persone coinvolte, ritenute responsabili di un fiorente traffico di sostanze stupefacenti. Due uomini – un italiano di 45 anni e uno straniero senza fissa dimora di 50 anni – sono stati tradotti in carcere. Una donna sudamericana di 47 anni è stata sottoposta all’obbligo di firma, mentre un quarto soggetto, un 69enne residente in provincia, è stato raggiunto da un provvedimento di obbligo di dimora.

Le origini dell’indagine

Le indagini sono partite nell’agosto del 2024, in seguito a numerose segnalazioni da parte di cittadini che denunciavano attività di spaccio nella città di Sondrio. L’attività investigativa, condotta dalla Procura della Repubblica di Sondrio, si è basata su metodi tradizionali (osservazioni, controlli e pedinamenti) affiancati da tecniche più sofisticate come intercettazioni telefoniche e ambientali.

Il cuore dello spaccio

Le indagini hanno portato all’individuazione di un nucleo familiare composto da tre persone, dedito allo spaccio nel capoluogo valtellinese e nei comuni limitrofi. Da qui il nome dell’operazione: “Trinità”.

Il gruppo si avvaleva di una cerchia di clienti fidati e conosciuti, incontrati in luoghi appartati per evitare controlli delle Forze dell’Ordine.

Canale di approvvigionamento

Lo stupefacente veniva acquistato da un gruppo di spacciatori nordafricani operanti nelle aree boschive di Annone Brianza e Costa Masnaga (LC). Due di questi sono stati identificati: risiedevano in provincia di Pavia ma gestivano lo spaccio nei boschi del lecchese, scegliendo la zona in base a fattori logistici come orario, luce e traffico sulla S.S.36.

La tecnica del “barattolo volante”

Gli scambi avvenivano in modo singolare: gli spacciatori, posizionati oltre un piccolo corso d’acqua per mantenere distanza e sicurezza, lanciavano ai clienti un contenitore con la droga, che poi veniva rilanciato indietro con il denaro all’interno.

Fino a 90 cessioni al giorno

Il monitoraggio del gruppo operante nel lecchese, tra ottobre e gennaio, ha documentato centinaia di cessioni giornaliere – circa 90 al giorno – di cocaina, eroina e hashish. Le vendite erano perlopiù di singole dosi, ma in alcuni casi si arrivava a quantitativi tra i 20 e i 40 grammi.

Tachipirina e rifornimenti continui

La droga acquistata dal nucleo familiare valtellinese veniva tagliata con tachipirina per aumentarne il volume, quindi rivenduta sul territorio a una rete di clienti locali, già individuati nel corso delle indagini.

Cocaina pura al 77%

Durante un viaggio di rientro dalla Brianza alla Valtellina, nel dicembre scorso, uno dei componenti del nucleo familiare è stato fermato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Sondrio lungo la SS.36. A bordo della sua auto sono stati trovati circa 30 grammi di cocaina con un grado di purezza del 77%, e l’uomo è stato arrestato in flagranza di reato.