Chivasso (TO)

Bibliotecaria molestata, «Un ubriaco ha cercato di palparla»

Il caso sollevato da Bruno Prestia: «La stazione è una bomba ad orologeria. Intervenire prima che sia troppo tardi»

Bibliotecaria molestata, «Un ubriaco ha cercato di palparla»
Pubblicato:
Aggiornato:

Una molestia sessuale in piena regola ai danni di una giovane bibliotecaria in servizio al «MoMe» di Chivasso.

Bibliotecaria molestata

Questo, in estrema sintesi, il contenuto della lettera (molto circostanziata) ricevuta e fatta propria da Bruno Prestia, consigliere della civica «Per Chivasso» e da sempre attento a ciò che accade nell’area della Stazione Ferroviaria.

«L’area di piazza Garibaldi e del MoviCentro - spiega Prestia - è una bomba ad orologeria. Il degrado è sotto gli occhi di tutti, come dimostrano anche le immagini che da qualche giorno circolano sui social: ragazzi e ragazze collassati sui marciapiedi o davanti ai negozi, siringhe, ubriachi. Cosa deve ancora succedere prima che chi di dovere faccia qualcosa?».

La lettera

La lettera, di cui abbiamo copia, non lascia spazio a problemi di interpretazione: «Mi permetto di scrivere queste righe - si legge - per raccontare quanto è successo e del grandissimo disagio e preoccupazione di cui sono stata testimone.
Spero che possa fare qualcosa, dopo aver letto queste mie righe perché, dopo quello che ho visto venerdì pomeriggio, è ora che se ne parli. Leggo spesso di degrado alla stazione di Chivasso, ma nessuno parla mai di ciò che avviene fuori dalla biblioteca. Ho deciso di scrivere a Lei perché ho seguito le tante battaglie sulla sicurezza e sull'area della stazione in particolare.
Sono una studentessa e ci vado tutti i giorni, ma la verità è che devo sempre farmi venire a prendere o andare via con amici per la paura di essere avvicinata dagli ubriachi che tutto il giorno si impossessano degli spazi esterni della biblioteca, quando non di quelli interni. Come tutti, mi sono sempre limitata a commentare la situazione con gli amici e a volte anche con i bibliotecari, ma questa volta ho pensato che, forse, è giunto il momento che se ne parli anche in altri spazi. Venerdì pomeriggio, per l'appunto, c'era un evento all'esterno dell'aula studio e incuriosita sono andata a vedere. Ad un certo punto uno dei soliti "frequentatori", già visibilmente ubriaco, è andato a parlare con la bibliotecaria che stava aiutando ad allestire l'esterno. Fin qui niente di strano, lei educatamente gli rispondeva, poi però si è fatto più insistente, cercava anche di toccarla nonostante i suoi sforzi per evitarlo. Si vedeva che la ragazza era particolarmente a disagio, fino a quando non è stata “salvata” da un'altra persona lì presente. Io sono rientrata, un po' turbata. Poi, al momento della chiusura, mentre aspettavo mio padre con degli amici davanti all'uscita della biblioteca, lui è tornato all'attacco e, più ubriaco di prima, ha ripreso a molestare la stessa bibliotecaria in attesa, con una collega, di poter chiudere l'aula studio. Lei era visibilmente spaventata, si ritraeva in continuazione ad ogni tentativo del tizio di toccarla. Credo che la sua fortuna fosse non essere sola in quel momento. Non so bene cosa lui le stesse dicendo, ma il disagio e la paura erano evidenti. Ora mi chiedo, qualcuno vuole preoccuparsi anche dell'esterno della biblioteca? Io dopo questo episodio ho ancora più paura. Ma alla sicurezza ci pensa qualcuno? Io sono fortunata e posso farmi venire a prendere, però non lo ritengo normale a ventitré anni. Giro da sola a Torino senza problemi, ma a Chivasso no. Non oso immaginare la paura delle bibliotecarie che ogni giorno vivono situazioni come questa, magari trovandosi da sole alla sera. E dico bibliotecarie perché la verità è che le donne sono sempre quelle più a rischio. Lo leggiamo o lo ascoltiamo tutti i giorni. Mi auguro che non succeda mai, ma la situazione è secondo noi pericolosa e potenzialmente esplosiva. Una biblioteca dovrebbe essere un posto dove sentirsi al sicuro, frequentato anche da mamme e bambini, da ragazzini. Che esempio danno ai ragazzi cose come questa? Mi dispiace molto per la bibliotecaria, ma “grazie” a lei, alla paura che le leggevo sul volto ho riflettuto sulla situazione ed è per questo che sono qui a scrivere e a pregarvi di dare uno spazio a queste righe e di poter fare qualcosa anche voi sulla situazione in cui vivono gli operatori della biblioteca e i loro frequentatori o anche solamente chi va a prendere l'auto dopo essere sceso dal treno. Grazie e mi scuso per la consegna in buca e non di persona, per l'anonimato, ma la paura per quanto è successo è più forte, in questo momento, del coraggio».

Il commento di Prestia

«La paura è più forte del coraggio… Queste poche parole - aggiunge Prestia - mi hanno scosso fortemente.
Ho letto questa lettera più e più volte, sconvolto da quanto scritto. È evidente la paura crescente nelle persone che frequentano l'area della stazione e del Movicentro e che, con questa lettera, qualcuno ha voluto rompere un muro di silenzio, troppo forte, troppo alto.
Sono seduto in Consiglio da tre anni ormai, non si contano più i documenti presentati riguardo alla sicurezza cittadina, con particolare attenzione alla stazione e all'area adiacente. Abbiamo raccolto 2 mila firme, consegnato tutto al Prefetto di Torino, fatto incontri con Polfer Nazionale ed Rfi (l'ultimo una settimana fa). Ma la verità è che sembra che quanto succede all'area della stazione sia la fantasia di qualche politico locale come il sottoscritto, che vede più di quello che è in realtà.
I fatti però, stanno dimostrando il contrario ed il silenzio, i falsi racconti perbenisti fanno solo male ad una realtà che, purtroppo, non è quella che si vuole fare credere.
Ho timori per le nostre ragazze e ragazzi, cittadine e non, che frequentano l'area. Purtroppo tutti i giorni ormai, sui TG e programmi TV nazionali, si sentono notizie tragiche per poi leggere dichiarazioni del giorno dopo del tipo “Mai avrei pensato potesse succedere questo”.
Ecco, vorrei evitare tutto questo, vorrei che tutti assieme ci si rendesse conto della situazione, che è fuoco sotto cenere, e si agisca concretamente per non rischiare di piangere dopo. Il mio non è cavalcare l'onda, ma amore per la mia città. Credetemi non è piacevole sentire così spesso segnalazioni e lamentele su quell'area, ma oggi si è ampiamente superato il limite.
Questa lettera, quelle parole, sono urla forti e assordanti dettate dalla paura. Non è più concepibile. Bisogna agire presto, ora, farlo tutti assieme, senza distinzioni di colori o appartenenze. Per il bene della nostra città, dei nostri figli, dei cittadini. Non lasciamo che questa bomba ad orologeria possa scoppiare da un momento all'altro.
Chivasso merita di essere sicura, Chivasso merita di meglio perché Chivasso è meglio di quello che ultimamente, purtroppo, si vede».

Eppure, ha un nome...
Ma c’è un particolare che rende ancor più incredibile questa vicenda: il «molestatore» ha un nome ed un cognome, ed è ben conosciuto dalle forze dell’ordine da cui è già stato identificato decine di volte.
E come se non bastasse, domenica un ferroviere è stato preso a schiaffi, nel sottopasso della Stazione, dopo essere intervenuto per calmare un extracomunitario che stava litigando con una ragazza italiana. L’uomo ha sporto denuncia ai Carabinieri.