Torino (TO)

«Assurdo non estendere la zona rossa all’area di Santa Giulia»

Residenti arrabbiati, dopo anni di spaccio, degrado e movida. Il sindaco Lo Russo: «decisione della Prefettura»

«Assurdo non estendere la zona rossa all’area di Santa Giulia»
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Cresce la protesta nel quartiere Vanchiglia. «Assurdo - attaccano i residenti - che la Zona Rossa non sia stata estesa anche nell'area di Santa Giulia, dopo anni di spaccio e degrado».

«Assurdo non estendere la zona rossa all’area di Santa Giulia»

La decisione di escludere la piazza dalle nuove Zone Rosse, aree sottoposte a vigilanza intensificata per contrastare fenomeni di degrado e criminalità, ha suscitato polemiche.
Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, intervenuto pochi giorni fa in Commissione Sicurezza, ha chiarito che l’esclusione di questa zona dalla prima fase del piano è stata una scelta della Prefettura. Ma ha anche aggiunto che, al termine del periodo sperimentale di circa novanta giorni, si potrebbe valutare un’estensione dell’iniziativa anche ad altre aree.

Residenti arrabbiati, dopo anni di spaccio, degrado e movida. Il sindaco Lo Russo: «decisione della Prefettura»

«Il nostro obiettivo è garantire la sicurezza dei cittadini», ha spiegato il primo cittadino che ha respinto inoltre l’idea di applicare il Daspo urbano. Questo provvedimento, infatti, avrebbe potuto colpire anche persone in condizioni di fragilità, come i senza fissa dimora. Secondo il sindaco, per affrontare il problema del degrado occorrono interventi sociali e sanitari mirati, con il coinvolgimento di assistenti sociali e servizi di neuropsichiatria, anziché misure repressive come l’allontanamento forzato. E un altro punto critico evidenziato da Lo Russo riguarda l’impiego dell’esercito per il presidio dei quartieri più problematici, come Barriera di Milano. «L'intervento militare non ha risolto il problema, ma lo ha solo spostato altrove», ha dichiarato, spiegando che la giunta ha comunque accettato la misura per evitare polemiche politiche. Il problema della sicurezza, ha ribadito il sindaco,  deve essere affrontato con una strategia multidimensionale. «Oltre alla sorveglianza e agli interventi sociali, è fondamentale investire sulla riqualificazione urbana e sulla rieducazione dei detenuti per prevenire la recidiva una volta usciti dal carcere. Ma i Comuni - ricorda Lo Russo - dispongono di pochi poteri in merito. Sarebbero necessarie riforme per consentirci un’azione più incisiva».