Con una lettera indirizzata ai giudici, Filippo Turetta, 23 anni, ha rinunciato all’appello accettando la condanna all’ergastolo inflittagli lo scorso dicembre dalla Corte d’Assise di Venezia per l’omicidio di Giulia Cecchettin.
Nella missiva, il giovane ha scritto di “accettare la pena” e di “pentirsi ogni giorno per il dolore causato a Giulia e alla sua famiglia“.
La sentenza di primo grado
Il 3 dicembre 2024 la Corte d’Assise di Venezia ha condannato Filippo Turetta all’ergastolo per l’omicidio della sua ex-fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa l’11 novembre 2023 con 75 coltellate.

La Corte ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione, ma ha escluso quelle della crudeltà e dello stalking: secondo la motivazione, non sarebbe emerso “al di là di ogni ragionevole dubbio” che Turetta avesse agito con un intento di infliggere sofferenza gratuita rispetto all’omicidio stesso.
La Procura generale di Venezia ha impugnato la sentenza, sostenendo che le modalità dell’omicidio e il comportamento del reo configurino le aggravanti escluse.
Quando potrà uscire con permessi e libertà condizionale
Nel caso in cui la pena venga eseguita correttamente e con buona condotta, Turetta potrà accedere ad alcuni benefici penitenziari:
- Dopo 10 anni di detenzione può essere richiesto il primo beneficio: i permessi premio, che consentono brevi uscite per reinserimento sociale e contatti familiari. In questo scenario, Turetta potrebbe richiederli attorno ai 33-34 anni, quindi circa nel 2035.
- Dopo circa 26 anni di pena effettivamente scontata, potrà presentare domanda di libertà condizionale, il che significa che potrebbe tornare in libertà intorno ai 48-49 anni (2050), se tutti i requisiti sono rispettati, compresa buona condotta.

È bene sottolineare che queste misure non sono automatiche, ma dipendono da valutazioni del magistrato di sorveglianza e da comportamenti del detenuto.