Rovato (BS)

Anche Rovato dice "no" all'eccessivo consumo di suolo per le Fer

Le Città della Carne chiedono che sia posto un freno a tutela del territorio e dell'ambiente

Anche Rovato dice "no" all'eccessivo consumo di suolo per le Fer
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A seguito delle crescenti richieste di utilizzo del suolo per la realizzazione di impianti di energie rinnovabili e in considerazione della recente sentenza del Tar del Lazio, che annulla il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del 21 giugno 2024, i Comuni di Rovato, Carcare, Carrù, Moncalvo, Nizza Monferrato e Montechiaro d’Acqui, in quanto fondatori della Città italiana della Carne, prendono posizione chiedendo che sia messo un freno all'eccessivo consumo di suolo.

Anche Rovato dice "no" all'eccessivo consumo di suolo per le Fer

La sentenza del Tar del Lazio annulla il Decreto del 21 giugno, contenente le indicazioni necessarie all’individuazione di superfici ed aree idonee per l’installazione di impianti di energie rinnovabili, quali pale eoliche e pannelli fotovoltaici, obbligando quindi il Mase, e di conseguenza le Regioni, a rieditare ed adottare nuovi piani territoriali per le installazioni di Fer (Fonti di energia rinnovabile).

"Il consumo del suolo è un tema delicato verso cui il nostro territorio, che vanta un rapporto storico con il settore agricolo in quanto determinante ed essenziale per la nostra economia, deve porre la massima attenzione. I sindaci uniti sostengono che non debbano essere posti limiti al fotovoltaico nelle aziende agricole, ma che non debba essere consumato suolo fertile: ben venga l'installazione di pannelli fotovoltaici su fienili, pagliai, stalle, ricoveri per i mezzi, piazzali di servizio e tettoie per parcheggi, favorendo ogni strumento di aggregazione (pensiamo alle comunità energetiche), ma ribadiscono con forza che non si devono sottrarre terreni fertili all'agricoltura. Se è importante incentivare con adeguati interventi l'installazione dei pannelli sui fabbricati agricoli, consentendo a questa soluzione una maggiore appetibilità rispetto al posizionamento a terra dei pannelli, è altrettanto importante sensibilizzare e riportare l’attenzione sull’importanza dell’utilizzo del suolo quale generatore di ricchezza, intesa essa come alimentare ed agronomica"

Questa, in estrema sintesi, la posizione dei primi cittadini dei Comuni di Rovato, Carcare, Carrù, Moncalvo, Nizza Monferrato, Montechiaro d’Acqui, a nome della Associazione Nazionale Città della Carne. Una presa di posizione sulla tutela del territorio, della ruralità e dei comparti dell’agricoltura e della carne, sempre più penalizzati nello svolgimento del loro lavoro, che continua a rivestire in tali Regioni d’Italia grande importanza economica e sociale.

Il protocollo

Il protocollo d’intesa per l’istituzione dell’associazione Città della carne era stato siglato nel 2024 proprio a Rovato. Un documento che intreccia una sinergia tra tre Regioni italiane, ossia Lombardia, Piemonte e Liguria, con l’obiettivo di abbracciare l’intera Penisola. Il filo che tiene insieme paesi geograficamente distanti è l’essere tutti promotori di fiere o rassegne zootecniche di rilievo quantomeno regionale: manifestazioni caratterizzate da "radici e obiettivi comuni" e che rappresentano le "tradizioni di un territorio". L’obiettivo del patto è dunque quello di "operare in un rapporto di sinergia organica e duratura", dando vita a un sistema di scambio di informazioni, modalità operative e strategie che renda il circuito delle fiere zootecniche vetrina e cassa di risonanza per la promozione delle tipicità di ogni singolo territorio coinvolto». Il protocollo sancisce la nascita di un tavolo di coordinamento e l’istituzione di un’associazione senza scopo di lucro tra i sei Comuni, ossia Rovato, Carcare (Savona), Carrù (Cuneo), Moncalvo (Asti), Montechiaro D'Acqui (Alessandria) e Nizza Monferrato (Asti).