Treviglio (BG)

Anche all’ospedale di Treviglio si accendono le “Luci sulla Palestina”

Domani, 2 ottobre, dalle 21 davanti a un centinaio di ospedali sparsi in tutta Italia si terrà un flash mob per "accendere la luce" su quanto sta accadendo a Gaza

Anche all’ospedale di Treviglio si accendono le “Luci sulla Palestina”

Anche il presidio sanitario di Treviglio dell’Asst Bergamo Ovest, domani sera, si “accenderà” per testimoniare un grido di pace e di solidarietà al popolo palestinese.

Flash mob per Gaza

Domani, 2 ottobre 2025, dalle 21 davanti a un centinaio di ospedali sparsi in tutta Italia – compreso quello di Treviglio – si terrà un flash mob per “accendere la luce” su quanto sta accadendo a Gaza.
Il ritrovo per quanti volessero partecipare è fissato alle 21 quando varranno accese le luci (torce, candele) e si terrà un breve saluto di un partecipanti della rete #GigiunoGaza.
Verranno poi letti i nomi di alcuni operatori e operatrici sanitari/e uccisi/e a Gaza e a seguire il microfono resterà aperto per chi vorrà intervenire con un proprio pensiero. Gli organizzatori hanno chiesto ai partecipanti di non portare bandiere con simboli di associazioni, sindacati o partiti, ma solamente quelle della Palestina.

Una denuncia politica

L’iniziativa non si limita al ricordo. È anche e soprattutto una denuncia politica e morale. La rete #DigiunoGaza parla senza mezzi termini di un genocidio in corso e accusa la comunità internazionale di inerzia davanti a oltre 60mila vittime palestinesi in due anni, tra cui migliaia di bambini e gli stessi operatori sanitari.

Il flash mob del 2 ottobre vuole dunque essere un atto pubblico di solidarietà e di opposizione alla violenza, un modo per trasformare l’oscurità in luce, almeno simbolicamente.

Ospedali in soccorso ai bambini di Gaza

Nella tarda serata di ieri un C-130 dell’Aeronautica Militare è atterrato all’aeroporto militare di Villafranca di Verona, proveniente da Eilat Ramon (Israele). A bordo vi erano quattro bambini palestinesi accompagnati dai familiari. Dopo una prima valutazione medica effettuata sottobordo, i piccoli pazienti sono stati trasferiti con ambulanze verso le strutture ospedaliere italiane individuate per garantire cure immediate, tre in Lombardia, dai 7 agli 11 anni, e uno a Trieste.

In particolare all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è stata ricoverata una bimba di 11 anni, agli Spedali Civili di Brescia una bimba di 10 anni e al Niguarda di Milano un bimbo di 7 anni, tutti con lesioni neurologiche da esplosione. Sono in tutto 23 i piccoli pazienti presi in carico dalla Lombardia dall’inizio dell’anno.

“Ancora una volta – evidenzia l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso – la Lombardia conferma la grande disponibilità ad accogliere e curare bambini che arrivano da scenari di guerra con gravi ferite e traumi. Il lavoro in rete con il Governo, la Protezione Civile e i nostri sanitari sempre in prima linea, consente di offrire loro cure salvavita e una speranza di futuro. Allo stesso tempo, con la raccolta fondi vogliamo dire alle famiglie che qui non saranno mai sole”.

L’operazione è stata resa possibile grazie al coordinamento tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Difesa, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero dell’Interno, Dipartimento della Protezione Civile nazionale, Regione Lombardia, AREU e la rete ospedaliera regionale.
Il trasferimento è avvenuto tramite il servizio Medevac (Medical Evacuation), con la collaborazione della Centrale Remota Operazioni Soccorso Sanitario (CROSS) di Pistoia, per assicurare ai piccoli pazienti il miglior trattamento medico possibile.

L’Italia si conferma il primo Paese occidentale ad aver organizzato il trasferimento e la presa in carico ospedaliera di pazienti dalla Striscia, offrendo assistenza sanitaria e supporto umano a chi fugge da scenari drammatici. Prosegue intanto la raccolta fondi promossa da Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Progetto Arca, per garantire ai bambini e ai loro familiari il sostegno necessario durante la permanenza in Italia. Le donazioni permetteranno di coprire i bisogni quotidiani di chi si trova in un Paese nuovo e spesso senza nulla: abbigliamento, materiale scolastico, giochi e tutto ciò che serve per ricominciare.