Bergamo (BG)

Una serata per la pace in Medio Oriente, ma a Bergamo scoppia la protesta. La Carnevali difende Fiano

Manifestanti ProPal contro l’incontro alla Caversazzi e contro i Giovani Dem. La sindaca: «Il dissenso non diventi attacco personale»

Una serata per la pace in Medio Oriente, ma a Bergamo scoppia la protesta. La Carnevali difende Fiano

Ieri sera (lunedì 24 novembre), alla Caversazzi di Bergamo, l’incontro organizzata dall’associazione Italia-Israele dal titolo “La pace è possibile?” ha preso una piega inaspettata.

Mentre dentro si parlava di dialogo con il deputato Pd Emanuele Fiano, Luciano Belli Paci di Sinistra per Israele e il giornalista Gabriele Eschenazi, fuori scoppiavano delle proteste paradossali: i ProPal e i Giovani democratici contestavano Italia-Israele, ma i ProPal contestavano anche i Giovani democratici, che venivano contestati dal loro stesso partito, che si è trovato costretto a smentire i suoi stessi ragazzi.

Come riporta oggi (martedì 25 novembre) il Corriere Bergamo, la serata si è conclusa con una presa di posizione netta: i vertici del Partito Democratico bergamasco hanno espresso «viva solidarietà» a Fiano, condannando le contestazioni rivoltegli dentro e soprattutto fuori l’evento. «Si può dissentire, ma non è accettabile mettere all’indice la sua battaglia per “Due popoli e due Stati”». Una difesa compatta, quella di Giorgio Gori, Jacopo Scandella, Davide Casati, Elena Carnevali e Pasquale Gandolfi.

Cosa è successo

Fuori dalla Caversazzi, la situazione è diventata caotica e assurda. C’erano circa quaranta manifestanti ProPal che protestavano contro la serata su Italia-Israele. Ma nello stesso tempo, anche i Giovani Democratici – una decina di ragazzi – contestavano l’iniziativa. E la cosa paradossale è che i ProPal protestavano… anche contro di loro.

Insomma, tre gruppi e tre proteste diverse, tutte nello stesso spazio, tenute separate dalla polizia.

I giovani del Pd criticati da tutti

I Giovani Democratici, sostenuti dal consigliere Marco Previtali, hanno dichiarato che «la sinistra non può dialogare con “sionisti moderati”, ma con gli antifascisti e gli antisionisti». Una frase che ha fatto infuriare sia gli organizzatori sia gli altri manifestanti, che si sono dati il cambio per accusarli di voler «lavare la coscienza a un partito imperialista».

Mentre fuori i giovani del Pd protestavano, il loro stesso partito li stava già sconfessando. La nota firmata da Gori, Scandella, Casati, Carnevali e Gandolfi spiega che attaccare Fiano non è accettabile perché da sempre lavora per il dialogo, rifiuta la violenza e mantiene rapporti anche con l’Autorità Palestinese. Il messaggio è chiaro: Fiano e Sinistra per Israele «continueranno a stare a pieno titolo nel Partito Democratico». Lorenzo Lazzaris, il segretario provinciale dei Giovani Democratici, ha commentato: «Il Partito Democratico è bello perché è vario».

Dentro la sala l’incontro sulla pace

All’interno della Caversazzi, intanto, si stava tenendo l’incontro “La pace è possibile?”. Dopo l’ingresso degli 85 prenotati, il cancello è stato chiuso per evitare tensioni, mentre fuori la protesta continuava.

Carnevali: «Il dissenso è legittimo, l’attacco personale no»

La sindaca Elena Carnevali, che aveva incontrato Fiano poco prima dell’evento, ha diffuso una nota su quanto accaduto durante l’incontro per la pace.

«In merito alle contestazioni rivolte in queste ore a Emanuele Fiano, desidero esprimere la mia piena solidarietà nei confronti di una persona che conosco da molti anni e con cui ho condiviso due legislature in Parlamento, sempre apprezzandone la serietà, il rigore e l’impegno per la convivenza democratica. Poco prima dell’incontro pubblico di questa sera ho avuto modo di incontrare l’ onorevole Emanuele Fiano di persona, per rinnovargli anche direttamente la solidarietà che il Consiglio comunale di Bergamo ha già espresso in modo chiaro con il recente ordine del giorno approvato. È legittimo dissentire dalle posizioni politiche. Non è accettabile trasformare il dissenso in attacco personale, tanto più verso una figura che, in tutta la sua storia politica e umana, ha sempre contrastato la violenza, coltivato il dialogo e promosso il riconoscimento dei diritti sia del popolo israeliano sia del popolo palestinese. Colpire una persona per la sua identità o impedirle di esprimere il proprio pensiero non appartiene alla tradizione democratica e pluralista che tutti dobbiamo impegnarci a preservare. La libertà di parola, il rispetto reciproco e la capacità di ascolto sono valori essenziali per ogni comunità civile, e costituiscono le condizioni minime per lavorare alla pace e alla giustizia in Medio Oriente e ovunque nel mondo».