Dalmine (BG)

Un filo di inchiostro tra le trincee della Grande Guerra e Dalmine

Le lettere dei soldati diventano lezione di storia: gli studenti della Carducci scoprono la memoria primo conflitto mondiale con la Fondazione Dalmine

Un filo di inchiostro tra le trincee della Grande Guerra e Dalmine

Il filo che univa le trincee alle case di Dalmine non era fatto di acciaio, ma di carta sottile e inchiostro sbiadito: le cartoline e le lettere. Queste comunicazioni, spesso sottoposte a censura e talvolta dettate a chi sapeva scrivere a causa del tasso di analfabetismo del 35 per cento in Italia, sono oggi la testimonianza più toccante di un’epoca in cui il primo conflitto mondiale costrinse circa 300 uomini tra i 18 e i 40 anni ad andare al fronte.

Proprio partendo da queste memorie cartacee, il 4 novembre la Fondazione Dalmine ha coinvolto gli studenti dell’istituto comprensivo Carducci nel progetto “Dalmine e la Grande guerra”, arricchito dagli interventi dei relatori Paolo Merla e Claudio Pesenti.

L’iniziativa ha trasformato la storia locale in un’esperienza viva attraverso due percorsi. Pesenti ha sviluppato la realtà sociale di Dalmine, descrivendo la fabbrica di guerra e rivisitando la storia di alcuni soldati dalminesi, leggendo e commentando le numerose cartoline che scrivevano dal campo di battaglia.

Cartoline dal fronte

Nel laboratorio “Notizie dal fronte”, i ragazzi hanno sperimentato le difficoltà della corrispondenza bellica, componendo le proprie lettere come avevano fatto i loro concittadini un secolo prima. L’approfondimento tematico li ha guidati attraverso le storie che avrebbero poi ritrovato nei luoghi della città: dai soldati al fronte alla società civile trasformata dalla guerra, con focus sul Comitato di mobilitazione, l’analfabetismo, la Mannesmann e il nuovo ruolo delle donne.

Al termine delle conferenze, un laboratorio storico per tutti gli studenti partecipanti ha consolidato l’esperienza. A tutti i docenti che hanno accompagnato gli alunni (…)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 13 novembre, o in edizione digitale QUI