Taser alla Polizia Locale: Rovato dice "sì"
Approvata in Consiglio comunale la sperimentazione per sei mesi
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Taser agli agenti della Polizia Locale? Il Consiglio comunale di Rovato ha detto "sì". La sperimentazione per sei mesi dell’arma ad impulsi elettrici e il relativo regolamento sono stati approvati nel corso dell'ultima seduta, convocata il 13 marzo: la maggioranza ha ottenuto l’appoggio dei consiglieri Renato Bonassi e Andrea Giliberto (RovatoW); si sono invece astenuti Alessandro Botticini (Pd), Stefano Fogliata e Matteo Buizza (Rovato Domani).
Taser alla Polizia Locale: Rovato dice "sì"
L’assessore alla Polizia Pieritalo Bosio ha chiarito che alla base della delibera, voluta dall’Amministrazione, c’è la concezione che il taser di per sé possa rappresentare un deterrente («anche senza usarlo») e che comunque in caso di pericolo sia "preferibile all’arma da fuoco già in dotazione agli agenti". Il sindaco Tiziano Belotti ha precisato che il taser "dà la possibilità di fermare una persona armata senza sparargli" aggiungendo che questo va a tutela del trasgressore stesso ma anche delle Forze di Polizia. Nel regolamento si dispone che il taser "deve essere l'estremo mezzo per rendere innocui soggetti estremamente agitati e aggressivi, armati con armi da sparo, armi da taglio e similari o in possesso di corpi contundenti atti a costituire grave pericolo per l'incolumità pubblica e degli agenti operanti": in sintesi, va usato solo in casi di estremo rischio. Nel documento sono elencate in maniera puntuale le regole da seguire, le situazioni in cui l’arma non va assolutamente utilizzata e l’addestramento che gli agenti devono affrontare. "Sinceramente non capisco l’effetto dissuasorio del taser: gli agenti hanno già un’arma da fuoco - ha lamentato il consigliere Stefano Fogliata - Non riscontro un’esigenza in base ai dati numerici. La sperimentazione è di sei mesi: cosa succederà dopo?". Il "collega" di Rovato Domani Matteo Buizza ha invece espresso preoccupazione legata all’utilizzo del taser, ricordando i rischi sollevati da Amnesty International e i casi di morti sospette per malori dopo aver subito la scarica elettrica.
Remonato: "Preoccupa l'insicurezza percepita"
Assente giustificata in Consiglio, la consigliera Valentina Remonato (Rovato 2020) ha portato l’attenzione sull’insicurezza percepita dai cittadini: "Le linee guida nazionali stabiliscono che le pistole elettriche (taser) possano essere usate solo previa specifica formazione e che l’uso debba essere proporzionato alla minaccia - ha precisato - Il problema vero è che se c’è bisogno di dare alla Polizia Locale armi, significa di base che la potenza delle minacce è aumentata a tal punto che la risposta adeguata non possa che richiedere in certe situazioni l’uso del taser. La vera questione è quindi che il nostro territorio ha seri problemi di sicurezza. La politica non sta dando una risposta adeguata a tale problematica, e il continuo aumento del senso d’insicurezza ha portato la maggioranza rovatese a equipaggiare la Polizia Locale con questa nuova arma. Questo rappresenta l’ennesimo simbolo di una politica incapace di migliorare la nostra società, costretta ad adottare misure estreme per prevenire il peggio: ovvero l’ipotesi di soggetti fuori controllo talmente pericolosi da costringere gli agenti di Polizia Locale a usare armi per gestire la situazione".
Taser in Italia: un po' di storia
L’approvazione in coda al Consiglio comunale di giovedì 13 febbraio del regolamento per la sperimentazione dell’arma ad impulsi elettrici (taser) da parte del Corpo di Polizia Locale di Rovato (il dispositivo è già in uso in altri Comandi lombardi) arriva in un momento in cui l’utilizzo di questo strumento è al centro del dibattito nazionale. Nei giorni scorsi, infatti, un emendamento presentato dalla Lega al decreto Milleproroghe ha ottenuto il via libera dal Senato (manca solo l’ok della Camera): la ratifica consentirebbe l’uso del taser da parte della Polizia Locale di tutti i Comuni italiani e non solo quelli sopra i 20mila abitanti. Ma facciamo un passo indietro. In Italia il taser ha fatto capolino nel 2018 grazie al decreto Sicurezza varato dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini; il dispositivo era però riservato alle sole Città metropolitane e ai Comuni con più di 100mila abitanti. Da marzo 2022, il taser era entrato in dotazione alle forze dell’ordine di tutta Italia. Un successivo emendamento sostenuto da Lega e FdI aveva abbassato la soglia demografica, consentendone l’utilizzo anche nei centri con oltre 20mila abitanti. E ora si apre la possibilità di allargare la platea a tutti i Comuni. Restano, però, molte perplessità. In base a uno studio dell’Università di Cambridge il taser avrebbe aumentato (quasi raddoppiato) il rischio che la Polizia usi la violenza e che gli agenti vengano aggrediti. E resta il nodo della pericolosità, riconducibile ai casi di morte correlata all’uso del taser (come accaduto nel 2024 a Colle Isarco, Bolzano, dove un uomo dopo la scossa elettrica aveva accusato un malore ed era stato stroncato da un arresto cardiaco; un decesso che però la Procura, in base agli esiti dell’autopsia, ha attribuito all’assunzione di cocaina e non al taser). Amnesty International ha più volte ribadito la sua perplessità sui potenziali rischi per la salute: "Negli Usa e in Canada, dove la pistola taser è utilizzata da quasi 20 anni, il numero delle morti direttamente o indirettamente correlate a quest’arma ha superato il migliaio. Nel 90 per cento dei casi, le vittime erano disarmate. Gli studi medici a disposizione sono concordi nel ritenere che l’uso delle pistole taser abbia avuto conseguenze mortali su soggetti con disturbi cardiaci".
(di Stefania Vezzoli, riproduzione riservata)