Sorrisi «inopportuni» davanti al lenzuolo per Gaza
L'opposizione ha reagito con indignazione, parlando di «amara vergogna» e di «disconnessione dalla realtà»

Sorrisi «inopportuni» davanti al lenzuolo per Gaza
Una fotografia che racconta molto...
C'è una foto sui social e che racconta più di mille editoriali sulla nostra epoca. È quella del sindaco e di alcuni consiglieri (non tutti) che sorridono dietro al lenzuolo bianco appeso al balcone del municipio. Un lenzuolo che dovrebbe rappresentare i sudari delle vittime di Gaza, il dolore per i bambini morti sotto le bombe. Ma qualcuno sorride. Non è cattiveria, sia chiaro. È qualcosa di diverso: è la della tragedia che diventa occasione social, il selfie che diventa più importante del gesto che dovrebbe rappresentare.
L'intenzione... ma poi è arrivato il click
L'intenzione era nobile: aderire all'iniziativa delle lenzuola bianche, testimoniare vicinanza alle vittime innocenti, dire la propria contro la violenza. Tutto giusto, tutto condivisibile. Ma poi è arrivato quel click, quello scatto che ha immortalato non la gravità del momento, ma la leggerezza di chi evidentemente non ha dato il giusto valore a quel gesto. E così il lenzuolo – simbolo di morte e di protesta – è diventato il fondale di una foto ricordo, come se fosse l'inaugurazione di una rotonda e per mostrare quanto si è sensibili e impegnati.
Le critiche dell'opposizione
L'opposizione ha reagito con indignazione, parlando di «amara vergogna» e di «disconnessione dalla realtà». Parole dure, forse eccessive nel tono, ma che centrano il punto: c'è un momento per la foto di gruppo e un momento per il silenzio. Non è questione di essere di destra o di sinistra, favorevoli o contrari a quella particolare iniziativa. È questione di sensibilità che dovrebbe essere patrimonio comune prima ancora che politico. Il dramma è che viviamo l'epoca dell'immagine, dove ogni gesto deve essere documentato, ogni iniziativa deve diventare social. E così anche il dolore rischia di diventare storytelling. Quel lenzuolo bianco appeso da gesto di autentica partecipazione al dolore di vittime innocenti è così diventato scenografia di una foto sbagliata. Il lenzuolo è ancora lì, appeso al vento. Ma ora racconta una storia diversa da quella che doveva raccontare.