Torino (TO)

«Settemila infermieri in meno, turn over inadeguato e decisioni unilaterali: il piano per le liste d’attesa avrà successo?»

Oggi, sabato 22 febbraio, presso la Sala Consiglio della Direzione Generale dell’AO Ordine Mauriziano di Torino, si è tenuta la conferenza stampa sulla strategia regionale per il recupero delle liste d’attesa attraverso prestazioni aggiuntive in orari serali e nei fine settimana

«Settemila infermieri in meno, turn over inadeguato e decisioni unilaterali: il piano per le liste d’attesa avrà successo?»
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Oggi, sabato 22 febbraio, presso la Sala Consiglio della Direzione Generale dell’AO Ordine Mauriziano di Torino, si è tenuta la conferenza stampa sulla strategia regionale per il recupero delle liste d’attesa attraverso prestazioni aggiuntive in orari serali e nei fine settimana.

Sanità piemontese, la critica di Nursing Up

All’incontro hanno partecipato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, l’Assessore alla Sanità, Federico Riboldi, e il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera, Franca Dall’Occo.

“Accogliamo positivamente il piano per la riduzione delle liste d’attesa, perché sappiamo bene quanto questo problema incida sulla vita dei cittadini e sulla qualità dell’assistenza sanitaria. Tuttavia, se da un lato l’investimento regionale di 37 milioni di euro, rispetto ai 25 milioni precedenti, rappresenta un passo avanti, dall’altro resta irrisolta la questione principale: senza un numero adeguato di infermieri e professionisti del comparto sanitario, il rischio è che il piano non sia realmente attuabile”, ha dichiarato Claudio Delli Carri, segretario regionale di Nursing Up.

Durante l’incontro, il presidente della Regione Alberto Cirio ha riconosciuto che l’investimento economico e le prestazioni aggiuntive non saranno sufficienti a risolvere il problema strutturale delle liste d’attesa. Un segnale di consapevolezza che, però, secondo Delli Carri, deve tradursi in azioni concrete.

A margine dell’evento, il segretario regionale ha espresso forti critiche su un piano che, a suo avviso, necessita di un reale coinvolgimento del comparto sanitario nella definizione delle strategie.

“Non è che il piano non si possa attuare, si attuerà entro giugno, ma bisogna separare la questione del piano delle liste d’attesa dalla carenza di personale. Questo investimento permette di ridurre i tempi di attesa, e questo è positivo, ma lascia irrisolta la problematica più grande: quella della carenza di personale nei servizi essenziali. Non si può continuare a spremere come limoni le stesse persone perché manca personale”, ha proseguito Delli Carri.

Il piano prevede oltre 50.000 prestazioni extra orario entro il 30 giugno 2025, con l’attivazione di servizi aggiuntivi come visite oculistiche il sabato e risonanze magnetiche in fascia serale presso l’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo. L’adesione media dei pazienti, stimata al 97%, dimostra il forte bisogno di prestazioni sanitarie più accessibili.

“È una cosa buona ridurre le liste d’attesa, perché i cittadini hanno diritto a tempi di attesa più brevi. Ma chi garantirà queste prestazioni? Gli stessi professionisti che già lavorano oltre ogni limite? È chiaro che serva una soluzione strutturale per evitare che le liste d’attesa tornino a crescere dopo questo intervento tampone. Cirio ha confermato di essere consapevole che questa non è la soluzione definitiva, e lo dimostrano i numeri: mancano ancora almeno 7.000 infermieri in Piemonte. Con l’accordo regionale, dovevano essere fatte 2.000 assunzioni, ma ne mancano ancora 350”, ha aggiunto Delli Carri.

“Non dimentichiamoci che, anche aumentando il numero di prestazioni da 8.000 a 50.000 entro giugno, il problema della carenza di personale rimane. È necessario che la Regione apra gli occhi: non bastano risorse economiche, servono assunzioni e un piano a lungo termine” ha concluso Delli Carri.