Toscana

Santa Croce sull'Arno, le celebrazioni per l'ottantunesimo della Liberazione

Il sindaco Giannoni ha ricordato la fine della guerra e la ricostruzione

Santa Croce sull'Arno, le celebrazioni per l'ottantunesimo della Liberazione
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Ottantuno anni fa il primo settembre 1944, Santa Croce sull'Arno veniva liberata dall'esercito americano, dall'occupazione nazifascista. Era la fine della guerra. Forse il periodo più pesante del '900 per la popolazione civile e per l'Italia. Questa mattina a Santa Croce ha ricordato quel giorno, dove la storia cambiò per sempre per la sua comunità, prendendo il corso della democrazia e della ricostruzione.

Celebrazioni bipartisan

Il sindaco Roberto Giannoni, i rappresentanti dell'amministrazione comunale, della maggioranza consiliare e della minoranza, tra cui l'assessore Valentina Fanella, l'assessore Simone Balsanti, il consigliere comunale Matteo Pieracci, Simona Pratesi e i consiglieri di opposizione Mariangela Bucci e Angelo Scaduto, Simone Coltelli insieme ai rappresentanti della forze dell'ordine, delle associazioni di volontariato e dell'Anpi, hanno partecipato in tutti i luoghi toccati dalla cerimonia.

L'omaggio al monumento

La mattinata di commemorazione si è aperta al monumento ai caduti ai giardini sull'Arno in piazza Martiri della Libertà, dove sono stati letti gli interventi, poi (ripetuti anche a Staffoli). Qui il sindaco Giannoni ha letto un brano tratto del libro “I giorni della liberazione”, opera a cui collaborarono vari autori, ma Giannoni ha voluto soffermarsi sulle parole di Carisio Barontini che fu testimone oculare di quei giorni del passaggio del fronte a Santa Croce. Un brano che dopo aver raccontato l'arrivo del primo carro armato americano a Santa Croce, si focalizza su un aspetto particolare, la ripartenza a Santa Croce del lavoro, fin dai primi giorni dopo la liberazione, con le concerie che “rimettevano in moto i bottali”, rimandando di fatto a uno di quei temi che sarà fondamentale nella ricostruzione e nel processo democratico, il lavoro, come dovere ma anche come diritto.

La ricostruzione

Giannoni ha voluto ricordare anche l'importanza che in quegli anni ebbe il lavoro a Santa Croce nel processo di ricostruzione, proprio grazie alle concerie che ripartivano dopo il conflitto, rimettendo in modo i loro macchinari. Le celebrazioni dopo i Giardini sull'Arno si sono spostate in largo Genovesi, alla lapide dedicata al soldato americano che morì nella liberazione di Santa Croce, Frederick F. Olson, militare 21enne che perse la vita proprio qui, nella guerra di Liberazione. Alla lapide di Olson è stato apposto un mazzo di fiori ed è stato ricordato il fatto che tutta Santa Croce ha un debito di riconoscenza, perché con la sua morte ha permesso l'avvio di quel processo democratico che ci ha portato all'Italia di oggi.

L'ospitalità della gente del posto

Le celebrazioni poi sono continuate con la deposizione di un mazzo di fiori alla cappella dedicata ai caduti nel cimitero di Santa Croce e infine a Staffoli, al parco della Rimembranza e poi al monumento ai caduti. Qui sono stati ripresi gli interventi dai vari partecipanti. Giannoni inoltre ha voluto ricordare il fatto che molti santacrocesi durante il passaggio del fronte, sfollarono e trovarono ospitalità dalle famiglie di Staffoli e per questo il sindaco ha voluto ringraziare a nome di tutta la comunità quegli staffolesi che nel '44 aprirono la porta di casa loro ai santacrocesi in fuga dai bombardamenti.

Gli scritti di un partigiano

Una celebrazione, anche toccante grazie alla riproposizione degli scritti di Barontini, curati da Valerio Vallini e letti dal sindaco Giannoni, che ha voluto ribadire come rappresentante di tutta la comunità l'importanza di quei giorni della liberazione e della fine della atrocità della guerra, ma soprattutto il brano è stato toccante per quello sguardo verso quel futuro, oggi storia, che anche grazie al lavoro permise l'instaurazione di un sistema democratico a Santa Croce e in tutta la Penisola.