In un Teatro della società gremito di lecchesi, sono state consegnate ieri sera, sabato 6 dicembre 2025, le civiche benemerenze agli illustri lecchesi: due alla memoria di Plinio Agostoni e Andrea Invernizzi, ritirate dai parenti visibilmente commossi, e una all’inossidabile Vico Valassi, che non ha mai perso il suo piglio.
La festa di San Nicolò
Nel tradizionale giorno del Santo patrono, San Nicolò, in un teatro tutto esaurito, il sindaco Mauro Gattinoni ha consegnato le civiche benemerenze alla presenza del senatore Tino Magni, della presidente della Provincia Alessandra Hofmann, del prefetto Paolo Ponta, del prevosto don Bortolo Uberti, dei membri della Giunta e del Consiglio e delle autorità cittadine. Fra il pubblico anche i rappresentanti delle città gemellate con Lecco: Igualada (Spagna), Overijse (Belgio), Macon (Francia) e Szombathely (Ungheria), con i quali Gattinoni ha rinnovato i patti di amicizia al termine dell’evento.
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Il discorso del sindaco
Ad aprire la serata è stato il corpo musicale Alessandro Manzoni, che nella rinnovata cornice del Teatro della Società ha eseguito tre brani. Poi è stata la volta di un emozionatissimo sindaco di Lecco, che nel suo lungo discorso ha ricordato:
“Questa serata assume un significato ancora più profondo, perché siamo tornati a casa, nella nostra casa culturale e istituzionale: il Teatro della Società, scrigno della nostra identità collettiva. Vorrei partire proprio da qui: dalla bellezza di poterci guardare negli occhi in un luogo che narra di noi più di mille parole. Un luogo che racconta l’ambizione di una città che vuole crescere, che crede nella forza educante della bellezza, che ha fiducia nel potere della cultura e dell’arte di plasmare le coscienze di ciascuno, per migliorare così la comunità tutta.”
Il sesto discorso alla città
Il primo cittadino ha poi ripercorso gli anni alla guida di Lecco, cominciati in un periodo buio per il nostro Paese e per il mondo intero.
“Quando abbiamo iniziato questo percorso, Lecco si trovava in mezzo alla pandemia, col suo portato ambivalente di isolamento e desiderio di socialità, desideri di abbracciarsi e scatti di violenza. Eppure, in quei mesi così difficili, abbiamo visto emergere ciò che rende questa città unica: la capacità di avere fiducia, di rimanere leali a ciò che conta. Lo ricorderete tutti: nel 2020 il San Nicolò d’Oro lo abbiamo conferito alla nostra comunità unita: medici, infermieri, insegnanti, forze dell’ordine, impiegati dell’Amministrazione, volontari, spazzini.”
Poi Mauro Gattinoni ha sottolineato e ricordato le tre linee guida del suo mandato: rigenerazione urbana, che significa rigenerazione sociale; nessuna gerarchia tra grandi opere e piccole manutenzioni, tra centro e periferia; e quello che nel corso degli anni è diventato il suo mantra: la comunità è più grande del Comune.
Ha voluto poi sottolineare quelle che dovranno essere le sfide per il futuro: l’abitare e i trasporti.
“Cari lecchesi, vi invito a non temere il cambiamento ma ad agire per governarlo. Vi invito a non temere il futuro, non perché sia tutto semplice, ma perché lo affronteremo insieme!”
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La benemerenza ad Andrea Invernizzi
Dopo il discorso del sindaco è stata consegnata la prima benemerenza alla memoria di Andrea Invernizzi, atleta primatista italiano che ha superato il muro dei 200 chilometri nelle 24 ore di corsa, per la precisione 203 km e 373 metri, record fissato il 9 maggio 1971. Prima della consegna del Nicolino d’Oro – ritirato dai figli Stefano e Annamaria – è stato proiettato un breve filmato per ricordare la figura dell’illustre lecchese.
Sul palco con i famigliari sono saliti anche i capigruppo comunali Lorella Cesana, Paolo Galli e Andrea Frigerio. Il riconoscimento è stato conferito “per il fulgido esempio di dedizione, impegno e resilienza con cui ha dimostrato che anche gli obiettivi più ambiziosi possono essere raggiunti e superati, nello sport e nella vita”.
Plinio Agostoni
Anche la seconda benemerenza è stata consegnata alla memoria, questa volta di Plinio Agostoni, un imprenditore illuminato, titolare della Icam. Anche questo riconoscimento è stato preceduto da un breve filmato che ha ricordato la figura dell’illustre lecchese.
Sul palco è salita l’emozionatissima moglie Maria e i figli Giovanni, Silvio, Maria Nazzarena e Pietro, accompagnati dai capigruppo Filippo Boscagli, Clara Fusi e Pietro Regazzoni.
Il riconoscimento a Agostoni è stato conferito “per il contributo determinante alla guida della storica impresa Icam, improntata a sostenibilità ed etica, allo sviluppo dell’imprenditoria locale e della rappresentanza imprenditoriale, nonché per l’impegno profuso a favore della scuola, dell’istruzione e della libera scelta educativa”.

Vico Valassi
L’ultimo Nicolino d’Oro è stato conferito all’inossidabile Vico Valassi, che a 88 anni annuncia di avere ancora molto da fare. L’arrivo di Valassi è stato preceduto da un filmato in cui a raccontare la figura del lecchese è stato il nipote, presente in sala.
Valassi è stato accompagnato sul palco dai consiglieri comunali Paola Frigerio, Cinzia Bettega e Alberto Anghileri. Nelle motivazioni, l’Amministrazione ha sottolineato il “pluridecennale ruolo strategico di riferimento nel panorama istituzionale, imprenditoriale e associativo a livello territoriale e nazionale”, la “visione lungimirante e la capacità di aggregare sensibilità differenti attorno a progetti comuni” e l’impegno “per aver tenacemente voluto il radicamento di poli universitari e di ricerca nel nostro territorio”.
Valassi, preso il microfono, ha ricordato la sua lecchesità:
“Ho fatto tre traslochi nella mia vita, ma non mi sono mai mosso da via Lazzaretto.”
Poi ha annunciato il “nuovo” impegno per i prossimi tre anni al Politecnico.
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Il rinnovo dei patti di amicizia con i gemelli
Alla fine della cerimonia di consegna sono stati rinnovati i patti di amicizia con i gemelli di Macon, Overijse, Igualada e Szombathely. Per loro l’Amministrazione ha predisposto, per questo fine settimana, un ricco programma di appuntamenti.
Successivamente, i presenti hanno potuto gustare un rinfresco preparato dai ragazzi di Enaip, per poi uscire dal Teatro con una piccola mela di marzapane, sempre dono di Enaip.
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