Il rapporto tra la Capitaneria di Porto e Arpal registra oggi un nuovo passo avanti. Oltre alle attività congiunte per la balneazione, al supporto in caso di emergenze in mare e alla continua cooperazione sulle tematiche ambientali, questa mattina la Guardia Costiera ha contribuito a velocizzare il recupero della boa ondametrica di Capo Mele.
Una boa unica nel Mar Ligure
La boa di Capo Mele è un dispositivo raro e prezioso: una delle sole 18 boe ondametriche presenti in Italia e l’unica di questo tipo nel Mar Ligure. Situata a tre miglia dalla costa, in un punto strategico per gli studi sul bacino ligure, misura parametri fondamentali per navigazione, meteorologia, modellistica, erosione costiera e climatologia: altezza e periodo dell’onda, correnti fino a 80 metri, temperature, vento e umidità.
La funzione strategica del monitoraggio
“Le misure di questa boa – spiega il comandante Alessandro Venuto della Capitaneria di Porto di Loano – sono fondamentali anche per la sicurezza della navigazione e della vita umana in mare”. L’operazione di recupero si inserisce nel quadro della più ampia collaborazione fra Guardia Costiera ligure e Arpal per la salvaguardia dell’ambiente marino.
Le operazioni in mare
L’intervento è iniziato alle 8 con le motovedette dalla Guardia Costiera di Loano e del 5° Nucleo Operatori Subacquei di Genova, impegnati nel disormeggio della boa principale, nel traino verso riva, nell’alaggio e nel posizionamento della boa sostitutiva, necessaria per assicurare continuità alle rilevazioni.
Una tecnologia di precisione
“Lo strumento è costruito in Norvegia – spiega Francesca Giannoni, responsabile del centro meteo Arpal – e ogni riparazione deve avvenire presso la casa madre”. Arpal ringrazia la Capitaneria per il supporto, che ha permesso di accelerare l’intero processo di ripristino.
Strumenti alternativi per non interrompere i dati
In attesa della rimessa in funzione della boa, Arpal utilizza altre fonti. Tra queste, la sperimentazione del progetto Seastemar, che prevede l’uso degli accelerometri – solitamente impiegati per eventi sismici – per misurare l’altezza delle onde. Per la temperatura superficiale del mare vengono invece utilizzati i dati satellitari del programma europeo Copernicus (CMEMS), già risultati coerenti con le misure della boa ligure.