Quali sono le peggiori linee ferroviarie nel Nord Ovest?
Nelle regioni dei Territori l'elenco delle linee ferroviarie peggiori.

Il dossier “Pendolaria 2025” individua anche le peggiori linee ferroviarie e tra queste, numerose sono proprio nelle regioni del Nord ovest.
Peggiori linee ferroviarie del Nord Ovest, l'elenco
Nel Servizio Ferroviario Metropolitano di Torino si verificano vari problemi lungo le parti periferiche delle tratte, come ripetuti malfunzionamenti a passaggi a livello o deviatoi, ma la vera questione è il nodo di Torino che necessita di essere potenziato per poter sostenere il traffico attuale e quello previsto. Dal punto di vista del materiale rotabile ci sono stati miglioramenti grazie all’immissione in servizio dei nuovi convogli Rock e Pop, ma rimangono criticità legate ad alcuni mezzi obsoleti e inadeguati anche ad accogliere persone con ridotta mobilità, come peraltro lo sono molte banchine delle stazioni e fermate. Critica la situazione sulle linee SFM 4, Alba-Ciriè, e SFM 7, Fossano-Ciriè, che da settembre hanno registrato indici di puntualità e affidabilità gravemente insufficienti e ben al di sotto delle soglie previste contrattualmente. «Tale situazione ha provocato una reazione da parte dell’assessore ai trasporti che ha convocato i vertici regionali di Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana oltre all’Agenzia della Mobilità per cercare di trovare una soluzione. Nota positiva scaturita da quel tavolo è stata la decisione di avviare un tavolo permanente con le associazioni dei consumatori e dei rappresentanti dei pendolari» dicono i rappresentanti di Legambiente.
Notizie negative anche dalla SFM6 Asti-Torino
Negative anche le notizie dalla SFM6 Asti-Torino, dove dal 15 dicembre le corse per Torino Aeroporto, saltano le fermate di corso Grosseto e Rigola, ma anche il resto del servizio regionale non gode di buona salute: ritardi, cancellazioni totali e parziali, carenza d’informazioni compromettono tutti i giorni la vita degli utenti. In particolar modo sono in sofferenza la Torino-Milano, la Torino-Cuneo e la Novara-Biella, che hanno avuto indici di efficienza bassi, ma anche la Torino-Genova, a cadenza difatti bioraria, insufficiente, e che negli ultimi tempi ha mostrato qualche difficoltà.
Inoltre, la riduzione del servizio mai ripristinato ai livelli pre-Covid ha lasciato intere zone molto popolose senza o con scarsi collegamenti nei giorni prefestivi e festivi (Casale Monferrato, Ovada, Nizza Monferrato) oppure ridotto come a Biella o Limone Piemonte, impedendo o limitando di fatto la possibilità a pendolari e turisti di spostarsi.
Continui ritardi sulla Pinerolo-Torino-Chivasso
La Pinerolo-Torino-Chivasso, relazione tra quelle piemontesi con il maggior numero di utenti all’anno, continua a segnare ritardi e soppressioni delle corse e si è confermata tra le peggiori a livello regionale, tant’è che a luglio e ottobre sono stati erogati bonus ai pendolari come rimborso per i disservizi. «Dal punto di vista infrastrutturale nessun intervento è stato eseguito, quale il raddoppio selettivo del binario per agevolare l’incrocio dei treni soprattutto in caso di ritardi, e il modello di gestione dell’offerta non è variato».
Il tratto Pinerolo-Torre Pellice è ancora in stallo
Rimane poi in stallo il nodo del tratto Pinerolo-Torre Pellice (sospeso nel 2012 con riattivazione inclusa nel contratto 2019 tra Regione e Trenitalia), nonostante progetti e studi di fattibilità promossi dalla Città Metropolitana. «La linea interessa, per il tratto della Val Pellice e quello pedemontano, un bacino di 38mila potenziali utenti, oltre ad alcune aziende di medie/grandi dimensioni, la maggior parte dei quali predilige spostarsi con il mezzo privato, intasando di traffico la strada della Val Pellice, per raggiungere direttamente Torino oppure gli istituti superiori, il polo ospedaliero o la stazione di Pinerolo».
L'avventura della Milano-Mortara-Alessandria
E ancora: viaggiare sulla linea ferroviaria Milano-Mortara-Alessandria è un’avventura e una scommessa per i suoi 19mila viaggiatori al giorno. Guasti ai convogli, ai passaggi a livello e agli scambi sono molto frequenti, ma a questo si aggiungono anche scioperi, aggressioni ed eventi meteorologici estremi che aumentano i ritardi e le soppressioni. Al tempo di lavoro, studio, svago e altro si aggiunge un tempo di viaggio che non è mai certo: si inizia a prendere il treno ore prima per provare ad arrivare in orario, qualcuno rischia di perdere il lavoro, qualcun altro lo ha già perso o è stato costretto a cambiarlo. Le poche giustificazioni a disposizione degli studenti per l’intero anno scolastico si esauriscono in due mesi o poco più. In molti sono tentati di utilizzare il mezzo privato, a scapito del benessere collettivo e ambientale, intasando ancora di più le già trafficate arterie stradali. Un servizio più affidabile su questa linea così tanto dimenticata incentiverebbe un riequilibrio demografico tra Milano (dove il carovita ha raggiunto livelli difficilmente gestibili, soprattutto per quanto riguarda l’abitazione) e l’Abbiatense, il Vigevanese e la Lomellina. Per non parlare della sua valenza turistica sugli stessi territori.
Il sogno dei viaggiatori
I viaggiatori sognano che Trenord introduca convogli nuovi e capienti che non si guastino così spesso, che i bagni siano funzionanti e svuotati con regolarità; che Rfi provi a ridurre i continui guasti ai passaggi a livello e comunque li ripari in minor tempo; che Governo, Regione Lombardia e i Comuni interessati si mettano d’accordo e creino le condizioni per raddoppiare i binari nella tratta mancante, a esempio mediante il raddoppio selettivo, che il Comitato Mi.Mo.Al. propone dal 2019.
Male anche la Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza
Non si può dire bene nemmeno della Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza: della linea internazionale non è rimasto che, nei fatti, un treno a gasolio, da neanche 200 posti, che quattro volte al giorno, andata e ritorno, collega Cuneo e Ventimiglia a 40 km/h di massima per limitazioni infrastrutturali. «La “ferrovia delle meraviglie” è un caso emblematico di mancata collaborazione internazionale. La linea, oltre che per il disinteresse internazionale, è in sofferenza anche per eventi meteorologici dal luglio 2024 ripetute interruzioni del servizio in seguito a continue agitazioni del personale francese che indice scioperi senza preavviso. I pendolari sono all’esasperazione in quanto iniziano ad avere problemi sul posto di lavoro oltreché nella vita privata e stanno pensando ad azioni legali per tutelarsi. Invece di valorizzare la linea ferroviaria esistente, poi, l’interesse delle amministrazioni, soprattutto quella piemontese, è quello di pensare al raddoppio del tunnel stradale del Tenda, un progetto difficile e in ritardo. Senza una chiara azione di rilancio da parte delle regioni Piemonte, Liguria e Paca (Provenza-Alpi-Costa Azzurra) sarà impossibile immaginare un futuro migliore per questa linea» chiosa Legambiente.