Pro Oleggio Castello: "Non vogliamo essere coinvolti nelle beghe della politica"
Si parla dei fondi gestiti dalla Pro Oleggio e dal Circolo ricreativo Pro Oleggio
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Continua a far discutere la questione legata ai fondi gestiti dalla Pro Oleggio e dal Circolo ricreativo Pro Oleggio.
La posizione della Pro Oleggio Castello
Le due associazioni hanno pattuito con il Comune la rateizzazione di 15 mila euro che non hanno rendicontato in modo corretto, come accertato dalla Corte dei conti regionale sulla base di un'indagine della Guardia di finanza. «Ci meraviglia che si scriva di Pro Oleggio Castello senza interpellarci - fanno sapere dai due direttivi - ancora una volta siamo finiti, senza volerlo, nel mezzo di una diatriba politica. Nel 2010 fu chiesto alla Pro Oleggio la disponibilità a gestire una serie di eventi comunali. Da allora quasi tutti gli eventi pubblici ci hanno visti in prima linea con il lavoro dei soci, la disponibilità di spazi e attrezzature, anticipando la copertura delle spese.
Succede però che una lettera anonima sostenga che la Pro Oleggio ha percepito contributi o rimborsi non dovuti da parte del Comune. Immaginiamo che qualcuno, per motivi a noi ignoti, volesse crearci problemi, oppure volesse mettere in difficoltà l'Amministrazione comunale usandoci come testa d'ariete. Nell'ottobre del 2020 la Guardia di finanza arrivò in Pro Oleggio chiedendo di verificare tutta la documentazione degli eventi comunali effettuati tra il 2014 e il 2019. Ha voluto vedere tutte le pezze giustificative delle spese rimborsate dal Comune a noi. La quasi totalità degli scontrini o fatture sono stati prodotti, mancava però qualcosa, in particolare i giustificativi dei pranzi di fine anno offerti ai volontari comunali gestiti, purtroppo, come rimborsi invece che come contribuiti.
Quella relativa ai pranzi di fine anno è la parte preponderante dell'importo contestato, oltre il 66%. Venne chiesto al Comune di recuperare quanto non coperto nei termini e nei tempi previsti dalla norma, per quanto ne sappiamo entro 10 anni. Questo perché gli importi a copertura delle spese degli eventi venivano erogati dal Comune come "rimborsi" e non come "contributi". Se fossero stati erogati come contributi non sarebbero state richieste le pezze giustificative. Nel caso di contributo il Comune dà un importo forfettario a chi organizza. Nel caso di rimborso viene prodotto un elenco delle spese sostenute e il Comune provvede a rimborsarle.
La scelta, a suo tempo indirizzata dal segretario comunale e accettata per buona da chi amministrava, fu di percorrere la strada del rimborso, scelta sbagliata che ha generato tutti i problemi successivi. Iniziò da quel momento un'interazione tra Comune e Pro Oleggio, senonché a distanza di cinque anni dalla prima lettera anonima arrivarono nuove elezioni. Sembra che le elezioni scatenino qualcuno contro la Pro Oleggio Castello. Una nuova lettera anonima, indirizzata a Prefetto, Procura della Repubblica e a numerosi oleggesi, ci attaccava.
Noi, pur mantenendoci estranei alle consultazioni elettorali, organizzammo un'assemblea con l'obiettivo di fare chiarezza, condividere i fatti. Confortati da pareri legali favorevoli, si è considerata la possibilità di aprire un contenzioso che avrebbe avuto però come conseguenza il blocco di tutte le attività organizzate con il Comune, creando un danno alla comunità oleggese. L'assemblea ha invece concluso che la Pro Oleggio dovesse trovare un accordo con il Comune. Questi sono i fatti, tanto che l'accordo firmato con il Comune riporta: “la correttezza etica e morale dell'operato delle associazioni non può essere in alcun modo incisa dall'aspetto contabile, né da infondate illazioni lanciate dall'ombra dell'anonimato”.
L'accordo di cui si parla nell'articolo sul Corriere di Novara di giovedì 6 febbraio è null'altro che la finalizzazione di un percorso iniziato molto tempo fa. L'accettazione di un onere economico, in fondo non dovuto, da parte della Pro Oleggio è stato motivato solo dalla volontà di continuare a operare a favore della comunità. Come è evidente tutto nasce da lettere anonime. Vorremmo che il tentativo di coinvolgerci in diatribe politiche cessasse».