A partire da settembre 2025, sono stati registrati numerosi provvedimenti di protezione internazionale adottati dalla competente Commissione Territoriale in favore di cittadini provenienti dal Mali e dal Burkina Faso, a causa del perdurare delle situazioni di instabilità nei rispettivi Paesi. A renderlo noto è la Prefettura di Lecco.
In conformità alle direttive del Ministero dell’Interno, diffuse dal Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, la Prefettura ha trasmesso tempestivamente le richieste di inserimento nel Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) nazionale per i titolari di protezione, provvedendo alla cessazione delle misure di accoglienza al momento della notifica del decreto di accoglimento della domanda da parte della Commissione Territoriale.
Prefettura: emergenza accoglienza, otto titolari di protezione in attesa di collocazione
Sono state quindi avviate interlocuzioni con gli Enti competenti per la prosecuzione dell’accoglienza, con particolare riferimento ai referenti locali e nazionali del SAI, ottenendo l’autorizzazione all’inserimento per complessivi 13 cittadini stranieri.
Successivamente, la Prefettura ha nuovamente richiesto l’inserimento nel sistema SAI dei cittadini ancora presenti presso il CAS provinciale di Cremeno, le cui misure di accoglienza erano già cessate, senza tuttavia ottenere ulteriori collocazioni, a causa della saturazione dei posti disponibili.
“Attualmente, risultano otto titolari di protezione in uscita dal CAS di Cremeno non ancora collocati in seconda accoglienza, nonostante le interlocuzioni attivate da questo Ufficio, estese al Terzo settore e, in particolare, alla Caritas Ambrosiana, e l’avvio del Tavolo per le vulnerabilità, che ha coinvolto anche la rete sanitaria, come previsto dalle direttive ministeriali – spiegano dall’ufficio territoriale del Govermo – Gli Enti locali e i responsabili del SAI, sia a livello nazionale sia territoriale, sono stati più volte sensibilizzati sull’elevato numero di riconoscimenti di protezione riguardanti cittadini provenienti dal Mali, Paese interessato da conflitti armati che comportano, nella maggior parte dei casi, un alto tasso di accoglimento delle domande di protezione. Ciò rende necessario un coordinamento adeguato per la gestione delle uscite dai Centri di Accoglienza Straordinaria. Ad oggi, non sono pervenute soluzioni abitative idonee per i rifugiati o titolari di protezione sussidiaria. Questa situazione, unita alla ridotta disponibilità di posti in prima accoglienza, rende non più procrastinabile l’esecuzione dei provvedimenti di cessata accoglienza, al fine di liberare posti e garantire l’accoglienza dei cittadini stranieri giunti via mare e intenzionati a richiedere protezione internazionale”.