Bergamo (BG)

Polizie locali di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova: cinque proposte a Regione

Gli assessori alla Sicurezza dei Comuni capoluogo (tra cui Angeloni) hanno chiesto a Palazzo Lombardia di esercitare «pienamente il proprio ruolo di coordinamento»

Polizie locali di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova: cinque proposte a Regione
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di Elena Esposto

Il 17 giugno scorso, a dieci anni dalla sua costituzione, è stato convocato il Tavolo di Consultazione Regionale per la promozione del coordinamento tra i servizi di polizia locale. In seguito alla riunione, gli assessori alla Sicurezza Giacomo Angeloni del Comune di Bergamo, Valter Muchetti del Comune di Brescia, Santo Canale del Comune di Cremona e Iacopo Rebecchi del Comune di Mantova hanno redatto una lista di cinque proposte presentate oggi (venerdì 4 luglio), a Mantova, alla presenza della stampa e dei vertici delle polizie locali.

«Il lavoro delle polizie locali è cambiato moltissimo nel corso degli ultimi dieci anni», commenta l’assessore Rebecchi, sottolineando la necessità di adeguare il quadro normativo entro il quale operano.

Aggiornamento del Regolamento regionale sugli strumenti di autotutela

La prima proposta, illustrata dall’assessore Angeloni, riguarda l’aggiornamento della normativa sugli strumenti di autotutela: «Il regolamento attuale non rispecchia più la dotazione effettiva in uso alle Polizie Locali. Questo crea spesso dei cortocircuiti istituzionali».

Gli assessori chiedono che Regione Lombardia solleciti un parere ufficiale al Ministero dell’Interno sull’impiego di strumenti come spray, bastoni estensibili, giubbotti protettivi e bodycam così da chiarire quali dotazioni sono autorizzate e modificare la normativa di conseguenza.

Accesso diretto al sistema Sdi per i Comuni capoluogo

Al centro della seconda proposta c’è l’accesso diretto e gratuito al database Sdi (Sistema di indagine interforze), oggi non disponibile per le polizie locali. «È uno strumento fondamentale per un controllo più efficace del territorio - afferma Rebecchi -. Permetterebbe agli agenti sapere subito se una persona fermata ha precedenti o provvedimenti in corso». La richiesta è che la Regione promuova una sperimentazione nei comuni capoluogo, facendosi parte attiva nell’inoltrare la proposta al Ministero dell’Interno.

Formazione obbligatoria e regolare per operatori della polizia locale

La terza proposta, presentata dall’assessore Canale, punta sulla formazione, oggi giudicata insufficiente: «Spesso viene erogato solo il primo modulo, e anche quello con difficoltà. Così gli agenti non possono essere impiegati per strada, perché privi della formazione necessaria». Anche i corsi per ufficiali e comandanti sono discontinui: nel 2025 è stato organizzato un solo corso per ufficiali, il precedente risaliva al 2023.

Gli assessori chiedono un piano stabile: corsi semestrali per gli agenti, annuali per gli ufficiali e biennali per i comandanti, per rafforzare le competenze gestionali e strategiche.

Aumento stabile delle risorse regionali per la sicurezza locale

L’assessore Muchetti ha invece lanciato l’allarme sulle risorse: «Nel 2025, Regione Lombardia ha ridotto del 40 per cento i trasferimenti ai Comuni per le politiche di sicurezza». Un taglio importante, che lascia i Comuni a dover sostenere da soli la maggior parte dei costi relativi a dotazioni, mezzi, sistemi di videosorveglianza e tecnologie: «Chiediamo che i fondi siano incrementati in modo strutturale. Per poter garantire la sicurezza delle nostre città (che non è un tema né di destra né di sinistra) serve continuità di risorse».

Legge regionale sugli Street Tutor

Sempre Muchetti ha infine illustrato la proposta relativa all’introduzione degli "Street Tutor": nuove figure professionale affiancate alla polizia locale nelle attività di prevenzione dei rischi e di mediazione dei conflitti nelle aree della movida.

Uno strumento già testato con successo in Emilia-Romagna e che si chiede che venga introdotto anche in Lombardia, accelerando l’iter legislativo e sostenendo con appositi finanziamenti i percorsi formativi dedicati.

I rappresentanti dei Comuni capoluogo hanno chiuso l’incontro chiedendo alla Regione di esercitare appieno il proprio ruolo di indirizzo e coordinamento. Auspicio condiviso è che anche le minoranze consiliari - in particolare quelle di centrodestra - possano sostenere le proposte, contribuendo a mediare con la Regione su un tema che, è stato ribadito più volte, «non ha colore politico».