«La vicenda dell’ottava farmacia racconta bene come questa amministrazione gestisca i temi che toccano da vicino la vita dei cittadini: con scarsa trasparenza, molta improvvisazione e un’attenzione prevalente agli equilibri interni rispetto all’interesse pubblico». Inizia così il duro intervento di Claudia Buo, di Liberamente Democratici, sullo spinoso tema dell’ottava farmacia che dovrebbe sorgere (e sorgerà) nella zona nord ferrovia.
Ottava Farmacia, LiberaMente all’attacco
«Il percorso – spiega Buo – è stato fin dall’inizio poco trasparente: è partito senza il minimo confronto in Consiglio Comunale, e ancor meno con i cittadini e con gli operatori del territorio, con una delibera approvata in silenzio alla Vigilia del Natale 2024. È così che nasce la modifica della pianta organica e compare il famigerato “peduncolo” verso via Regis, lontanissimo dal quartiere Blatta per cui la farmacia era stata originariamente pensata dall’amministrazione Ciuffreda. Un artificio cartografico che nessuno ha voluto spiegare chiaramente, perché non trova una reale giustificazione né sul piano urbanistico né su quello sanitario, ma che appare comprensibile esclusivamente sul piano commerciale.
A rafforzare i dubbi sono arrivate anche le dichiarazioni contraddittorie del sindaco Castello a questo giornale, che parlava esplicitamente di interlocuzioni con Federfarma come base “tecnica” delle scelte operate, ma poi smentiva frettolosamente con una repentina marcia indietro. Una smentita molto singolare, che non ha convinto nessuno e che dà ancora una volta l’idea di una difficoltà ad assumersi fino in fondo la responsabilità delle proprie decisioni.
È stata la campagna portata avanti da LiberaMente e dalla minoranza a mettere l’amministrazione di fronte alle proprie contraddizioni. A quel punto la strada della gestione comunale è stata fortunatamente abbandonata. Non per una scelta lungimirante, ma perché diventava sempre più difficile difendere un percorso nato male e gestito peggio.
Ci si sarebbe potuti aspettare, a quel punto, un ragionamento serio per offrire finalmente più servizi ai cittadini. Invece nel bando predisposto l’unico criterio realmente rilevante è il canone annuo da corrispondere al Comune: una povertà di visione desolante. Non si chiedono servizi aggiuntivi, non si fissano obblighi particolari per gli orari, non si prevedono misure specifiche per anziani e persone fragili, non si costruiscono sinergie con il territorio. In pratica, l’ente pubblico si comporta come un qualsiasi proprietario che mette a reddito un’opportunità, mirando solo al ritorno economico: l’interesse pubblico ridotto a un incasso da bilancio.
Nel frattempo, il quartiere della Blatta, che nelle pianificazioni del 2012 era stato individuato come naturale destinatario di una nuova farmacia proprio perché densamente popolato e privo di servizi adeguati, è stato ancora una volta dimenticato. Le esigenze storiche di quella parte di città sono rimaste sullo sfondo rispetto a scelte costruite su perimetri e confini che guardano altrove.
Anche in Consiglio comunale la gestione politica del tema ha mostrato tutte le sue fragilità. Abbiamo assistito a rivendicazioni improbabili, come quella del consigliere Pasteris, forse frastornato dai numerosi cambi di schieramento, che si attribuisce una raccolta firme in realtà promossa da LiberaMente dai banchi dell’opposizione. Abbiamo sentito il capogruppo del PD Mazzer dichiararsi, come al solito, molto soddisfatto dell’operato di Sindaco e Giunta, senza mai spiegare nel merito le ragioni di tale soddisfazione. E abbiamo visto anche il Sindaco Claudio Castello perdere le staffe, arrivando a inveire contro di me con un “Se ne deve fare una ragione, la farmacia aprirà”.
Vorrei ricordare al Sindaco che noi, fin dal primo momento, ci siamo battuti proprio perché la farmacia aprisse, in tempi brevi e con servizi adeguati per i cittadini a nord della ferrovia, non perché diventasse l’ennesimo strumento per finanziare iniziative discutibili o operazioni di pura immagine. Segnali, questi, di una maggioranza più impegnata a difendere sé stessa che a motivare apertamente le proprie decisioni.
Il risultato finale è una farmacia che aprirà in ritardo, al termine di un percorso accidentato, corretto solo dopo le contestazioni dell’opposizione, e con un bando che guarda esclusivamente alle entrate di bilancio piuttosto che alla qualità del servizio sanitario offerto alla cittadinanza. Il conto, alla fine, lo pagheremo noi cittadini, sia in termini economici sia in termini di opportunità perdute.
In LiberaMente continuiamo a pensare che si sarebbe potuto fare diversamente e meglio: con più trasparenza, con un vero coinvolgimento dei consiglieri e dei residenti, con scelte orientate prima di tutto alla salute delle persone e non al semplice ritorno economico per l’ente. E continueremo questa battaglia anche nei prossimi mesi: quando il bilancio previsionale arriverà in aula pretenderemo – qualora la maggioranza non venga illuminata e non lo proponga lei stessa – che le entrate derivanti da questa farmacia vengano destinate in modo chiaro e vincolato a spese specifiche a favore delle categorie più fragili.
Le manifestazioni d’interesse
Nelle scorse settimane sono state presentate nove manifestazioni d’interesse. Tra i nomi, farmacisti molto noti a livello locale e altri vicini al PD e a tecnici del Comune di Chivasso.