Dal 2009 a Mozzo esiste un luogo dove bambini provenienti da famiglie russofone possono mantenere vive le proprie radici linguistiche e culturali, crescere bilingui e allo stesso tempo integrarsi nel territorio in cui vivono. È l’associazione culturale Nash Mir, fondata nel 2009 e presieduta da Nataliya Prokopenko, residente a Mozzo, originaria dell’Ucraina e arrivata in Italia nel 1998.
Le attività e le lezioni dell’associazione si svolgono nelle aule del Centro sociale di Mozzo e nei locali dell’oratorio di Albano Sant’Alessandro. Negli anni è diventata un punto di riferimento per molte famiglie di origine ucraina, russa, kazaka, bielorussa, azera, moldova.
«Non sono russa – spiega Prokopenko –, ma provengo dall’Ucraina, laureata in Scienze di educazione a Odessa, da una realtà in cui il russo era lingua di comunicazione comune. Qui i nostri figli crescono bilingui, ma non è automatico: la lingua va studiata, la grammatica e la sintassi vanno imparate. Un genitore madrelingua da solo non può farcela. Serve una comunità, un sistema, un ambiente in cui i bambini siano stimolati a parlare».
Nel tempo, attorno al nucleo dei fondatori si è consolidato un gruppo di insegnanti qualificate, con lauree in filologia, linguistica e scienze dell’educazione.
L’associazione, organizzazione senza scopo di lucro, è nata dal desiderio di
offrire ai bambini nati in Italia l’opportunità di imparare e mantenere la lingua russa, favorendo al contempo lo sviluppo cognitivo, l’apertura culturale e l’equilibrio emotivo.
«Quando ti rendi conto che tuo figlio non riesce più a parlare con i nonni (…)