Michelangelo Pistoletto: "L'arte è la creazione, io ne ho trovato la formula"
L'uomo è stato anche recentemente candidato al Nobel per la pace.

«Uno più uno fa tre». La sintesi tra matematica e sensibilità artistica è al centro del volume «La formula della creazione» presentato al Casinò di Sanremo da Michelangelo Pistoletto.
Michelangelo Pistoletto è uno degli esponenti dell'arte contemporanea europea
Biellese, 91 anni, Pistoletto è uno dei più grandi esponenti dell’arte contemporanea europea, vate dell’Arte Povera e, recentemente, candidato al Premio Nobel per la Pace (21 febbraio 2025, dalla Fondazione Gorbachev). Universalmente noto con opere che hanno segnato il corso dell’arte, come Shiprwreck (1984, a Saint-Jean-Port-Joli); Segno d’arte (Bregenz, Austria), per La Venere degli Stracci (1967) e per avere fondato la Cittadellarte a Biella, uno spazio dedicato all’arte contemporanea, nel 2003 scrive il manifesto «Terzo Paradiso», divenuto negli anni il suo segno distintivo. In sintesi, Pistoletto promuove l’interazione positiva tra società e arte, diffondendo ambasciate (e ambasciatori) dediti alla missione in tutto il mondo. Una delle ambasciate è a Ventimiglia, territorio a cui è molto legato. La sua famiglia ha anche una casa a Sanremo. Sempre nella Città di Confine, alla frontiera di Ponte San Ludovico, la cosiddetta “Porta d’Italia”, aveva posizionato, nel 2017, una scultura del “Terzo Paradiso”, rielaborazione del simbolo dell’infinito. A breve sarà rimossa per permettere ad Anas la riqualificazione della piazza e sarà sostituita, in accordo con la Fondazione Pistoletto, con una scultura più contenuta, in bronzo.
Maestro, com’è che uno più uno fa tre?
«La formula della creazione è un disegno, un segno, che arriva dalla matematica. La formula dell’infinito è una linea che incrocia se stessa formando due cerchi. Io ho intrecciato due volte la linea dell’infinito e ho creato un terzo cerchio nell’infinito. In questo cerchio centrale, tutti gli elementi che arrivano dalle due dimensioni si connettono e si forma lì qualcosa di nuovo che non esisteva. E’ la creazione, che avviene sempre in questo modo. Due elementi differenti, anche della stessa natura, purché siano uno e uno. Fa due, ma questa dualità non è fissa, è dinamica, si incontra nel centro e crea il tre. Il tre è la risultanza di tutti gli incontri, quindi è la creazione continua».
Lei è stato candidato al Premio Nobel per la Pace in un periodo tragico. Quali sono le considerazioni e le possibili soluzioni delle crisi, in particolare, tra Russia e Ucraina e tra Israele e Palestina?
«Sarebbe troppo rapido e semplice dire che abbiamo la soluzione immediata. E’ una questione di un’eredità antica, che è quella del potere dell’uno sull’altro. Poteri di tipo politico, religioso, di sovrastare, di essere come il leone che ha una posizione di governo tale per cui deve, per sopravvivere e mantenere il suo primato, continuare a mangiare altri animali. Il potere che si nutre di esseri umani. I problemi si risolverebbero con la formula della “demopratica”. Consiste nel mettere insieme, vicini, le diverse abilità, le imprese. Quelle famigliari, le grandi industrie, contengono un proprio governo. Tutti questi piccoli governi devono trovare un sistema, con incontri organizzati, per capire cosa c’è che unendosi possa sviluppare un terzo elemento continuo che sarà la politica che le unisce tutte».
Secondo lei un artista ha una responsabilità nei confronti del mondo, anche per veicolare dei messaggi?
«L’arte è la creazione. Io ne ho trovato la formula. Sono sicuro che tutti possano avere in mano lo strumento, che è anche pratico, ma soprattutto ideale. Non ideologico. Sviluppa il pensiero, la capacità di agire sempre nel confronto con gli altri per trovare una terza soluzione. Non è più il concetto di assolutezza dell'individuo, come un leone che mangia gli animali che gli stanno intorno. Abbiamo sviluppato la capacità di capire come funziona la creazione universale. Ora spetta a noi applicarla, partendo dalle scuole, dagli insegnanti che ci insegnano a utilizzare la nostra responsabilità nella comunicazione in tutti i momenti e con tutte le persone».