Bergamo (BG)

Mansour, che offre il suo «caffè santo» a chi passa dalla stazione di Bergamo

Ha 53 anni, viene da Senegal e è sempre in zona piazzale Alpini con abiti tipici e un thermos. Ci ha raccontato la sua vita

Mansour, che offre il suo «caffè santo» a chi passa dalla stazione di Bergamo
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di Marta Belotti

Se ne sta sempre seduto tra la stazione autolinee di Bergamo e piazzale Alpini, qualche volta con la schiena appoggiata alla parete dello Urban Center, altre a una delle siepi vicine alla pensilina del bus 1A. Con il suo cappello di legno e paglia intrecciata e i suoi abiti ampi e colorati, è impossibile non notarlo. Intorno a lui si possono spesso vedere gruppi di persone che si piegano e lui che porge loro un bicchiere pieno di una bevanda calda. Si tratta di caffè Touba.

Mansour ha 53 anni ed è originario del Senegal. Racconta di aver viaggiato e aver portato per tutta Europa questa bevanda tipica del suo Paese, che lui chiama «caffè santo».

Si tratta di una miscela aromatizzata da grani di pepe e chiodi di garofano, dalle proprietà digestive ed energizzanti effettivamente riconosciute. Lui è sempre lì e mentre poco distante si svolgeva il pic-nic del 26 agosto contro lo sgombero e le zone rosse gli si sono avvicinate delle facce nuove rispetto a quelle dei giovani e degli anziani della comunità senegalese che in genere lo circondano.

Ai neofiti del caffè Touba ha così iniziato a raccontare la sua storia, non prima però di aver offerto un po’ della miscela, che conserva in un thermos e serve in bicchierini di plastica, che chiede poi gentilmente di buttare in un sacchetto per la differenziata.

«L’ho portato con me da Parigi fino a Copenaghen, perché in questi anni mi sono spostato - dice Mansour -. Sono a Bergamo dal 2018 e da tre anni vivo al Patronato, dal don Davide. Come tanti, sono andato via dal mio Paese, dove avevo già due figli, per lavorare in Italia e guadagnare meglio. Quando sono partito avevo anche un contratto di lavoro, quindi era tutto regolare. Sono stato però sfortunato, perché era il 2008 ed è arrivata la crisi. Quasi non ho fatto in tempo a iniziare a lavorare che il mio contratto è stato stracciato. Allora mi sono messo a fare il caffè Touba e a venderlo ovunque mi spostassi (...)

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