di Monica Sorti
Luca Tombini torna sul tetto del mondo: il pilota di Treviolo ha vinto il Campionato Mondiale di Bike Trial 2025, disputato a Darfo Boario Terme, bissando il successo ottenuto otto anni fa a Pujalt, in Spagna.
Un trionfo che arriva dopo il secondo posto agli Europei in Scozia lo scorso maggio e che va ad arricchire un palmarès di tutto rispetto, che vanta tre titoli europei e sette italiani.
«È una vittoria inaspettata, anche se già l’anno scorso ci eravamo andati molto vicini – dichiara Tombini, classe 1995 -. Sono contento della prestazione e della giornata: è sempre emozionante sentire l’inno d’Italia sul gradino più alto del podio. È una soddisfazione personale e sono felice di portare un pezzetto d’Italia in una competizione internazionale di uno sport così adrenalinico e fuori dal comune».
La gara si è articolata su sei percorsi, ciascuno da affrontare tre volte, caratterizzati da ostacoli naturali. «Lo scopo è superare gli ostacoli senza accumulare penalità, ovvero senza mai poggiare i piedi a terra, ma utilizzando solo l’ausilio della bicicletta. Ogni tracciato ha un tempo massimo di due minuti: se lo si supera, scatta la penalità – spiega Luca -. È stata una gara più tecnica che fisica e grazie alle numerose competizioni alle quali ho preso parte in questi anni, sono riuscito a spuntarla proprio sfruttando l’esperienza».

Il Bike Trial, disciplina spettacolare che unisce equilibrio, tecnica e controllo, è ancora poco noto in Italia, ma Tombini è tra i principali protagonisti della scena nazionale. «Lo pratico da quando avevo 15 anni. In famiglia siamo sempre stati appassionati di bici: da molti anni vado con mio padre all’Eicma (l’esposizione internazionale di bici e moto) e proprio lì, nel 2010, si esibiva Walter Belli con uno show semplice ma mozzafiato. Rimasi folgorato da quello sport fatto di salti e freestyle. Da lì è cominciato tutto».
Luca racconta di aver avuto la fortuna di iniziare insieme a un gruppo di ragazzi già esperti. «Alcuni sono anche figure di spicco nel panorama italiano. Con loro sono cresciuto (…)