Il 4 febbraio 2022 Putin proclama l’avvio di quella che ancora oggi, in Russia, viene denominata un’«operazione militare speciale».
Di fatto inizia una sanguinosa guerra quando l’esercito russo lancia un assalto contro l’Ucraina su vari fronti, nella più grande operazione militare dalla Seconda Guerra Mondiale.
Ci apprestiamo a entrare nel quarto inverno di questo conflitto che, a detta dello Zar Putin sarebbe dovuto durare pochi mesi. Ci sono segnali di Pace? Parrebbe di sì dalle dichiarazioni degli ultimi giorni, soprattutto da parte dell’America di Trump, ma anche dell’Europa di Von Der Leyen.
Putin però frena negando la legittimità della leadership di Zelensky. Intanto i negoziati proseguono ma con molta fatica e non è ancora chiaro, se mai lo sarà, cosa rimarrà dell’attuale territorio ucraino dopo le richieste della Russia di Putin per fermare l’invasione. Perché di questo si tratta. I territori confinanti, il Donbass e Kherson sono i più a rischio di annessione.
E proprio dai confini ucraini con la Russia, dalla città di Sumy, a 20 chilometri dalla prima città sovietica, arriva la protagonista della nostra storia: Valentina Kohulko, 49 anni portati splendidamente. Con un italiano limpido e un sorriso velato di malinconia, ci racconta la “sua” Ucraina e la “sua” Russia non senza fatica e con qualche pausa di commozione e rabbia.
Le due patrie che ora si combattono furiosamente convivono in lei nei geni di chi le ha dato la vita. Papà Victor nato in Russia a Vladivostock (Federazione Russa) e mamma Ludmilla nata a Sumy in Ucraina.
Anche Valentina ha vissuto da entrambi i lati di questo piccolo grande mondo litigioso, certamente tutta la giovinezza in Ucraina, ma che poi come si pronuncia Ucraìna o Ucraina?
“La prima, quella con l’accento sulla i, ma va bene uguale basta che si pronunci, perché tra non molto temo si chiamerà tutto solo Russia…”.
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La testimonianza di Valentina: “Sono nata in Russia e ho abitato in Ucraina, ho vissuto a Boario… la mia terra è perduta per sempre”