La campionessa ha tanti tornei importanti alle spalle tra i quali la Federation Cup (l’attuale Coppa Davis)
La sanremese Rosalba Vido, campionessa di tennis e ora allenatrice si racconta
Terza vittoria di Coppa Davis consecutiva per la Nazionale maschile e la vittoria delle donne nella BJK Cup. Il tennis italiano sta vivendo un momento d’oro e senza timore di essere smentiti si può affermare che l’Italia è la nazione più forte del mondo.
Ne abbiamo parlato con Rosalba Vido, ex campionessa di tennis con tanti tornei importanti alle spalle tra i quali la Federation Cup (l’attuale Coppa Davis). La Vido vive a Sanremo e allena ancora i piccoli tennisti nel campo che ha avuto in gestione dal Comune nel quartiere di San Martino.
Signora Vido, iniziamo con l’Italia che ha trionfato, per tre anni di seguito, in Coppa Davis
«Per me che vivo di pane e tennis è un’emozione grandissima. Questi ragazzi e ragazze ci stanno dando delle soddisfazioni immense e senza ombra di dubbio siamo i migliori del mondo. Un tempo lo era la Spagna ora lo siamo noi»
Chi è il suo giocatore preferito del momento?
«Lorenzo Musetti, mi piace moltissimo come gioca. Ma anche Flavio Cobolli è un giocatore eccezionale, lui è il tennis e lo ha dimostrato negli ultimi giorni in Coppa Davis. Ci ha messo tutto, cuore, testa, gambe e braccia. Anche Matteo Berrettini è un grandissimo giocatore, quando non si infortuna!»
Possiamo dire che il tennis ha preso il posto dei calcio nel cuore degli italiani?
«Beh sì e direi per fortuna. Ormai si sente parlare solo di tennis anche al bar. E questo per chi è appassionato come me è molto bello. Devo dire che questo non è un fenomeno recente. A rifare innamorare le persone del tennis è stato Fabio Fognini che io ho seguito quando era ancora un bambino dai 6 ai 12 anni. Da una decina di anni il tennis, giorno dopo giorno, è tornato in auge e con Jannik Sinner ha fatto il “botto”»
Lei ha nominato Fognini che come sappiamo è di Arma di Taggia, ma la nostra zona ha tanti campioni
«Sì. Qualche giorno fa ero al Tennis della Foce e c’erano Mager, Arnaldi, Musetti. Tre grandi campioni del tennis in un solo circolo. È stupendo»
Cosa ne pensa dei commentatori televisivi del tennis?
«Molti sono davvero preparati come Adriano Panatta che oltre a essere un amico è davvero uno che di tennis ne sa, essendo stato un grande giocatore. E poi amo Barbara Rossi, la Pennetta, Furlan. Ci sono anche dei commentatori un po’ noiosetti ma non li cito»
Parliamo di lei. Figlia di un campione di tennis, ha preso la racchetta in mano da bambina
«Sì. Io sono cresciuta al Circolo del tennis della Foce. Quello era il mio parco giochi. Ci passavo dei pomeriggi interi insieme a mio papà Gino che ricordo ha partecipato alla Coppa Davis nel lontano 1939. Poi papà è mancato quando io avevo 10 anni, ma posso dire di essere fiera di aver fatto il suo stesso percorso, anche se lui non ha potuto vedermi»
Lei ha partecipato alle principali competizioni tennistiche
«Sì, negli anni ‘70 ho avuto il mio momento d’oro. Ho partecipato dal 1972 al 1977 alla Federation Cup (attuale Coppa Davis) nella nazionale italiana con Daniela Porzio, Manuela Zoni, Sabina Simmonds e Barbara Rossi. Ho giocato a Wimbledon, Parigi, Roma. Ho avuto l’onore di conoscere la grande Lea Pericoli con la quale ho giocato anche se lei era più grande di me»
Poi ha smesso
«Sì, non ho più giocato come professionista ma ho iniziato a insegnare tennis. È uno sport che amo e che amerò sempre. Mia figlia non ha seguito le mie orme anche se qualche partita con me l’ha fatta mentre il mio nipotino di due anni vuole giocare con me»
Cosa insegna il tennis come sport?
«A non mollare mai. Un match non finisce fino a quando non si dà la mano all’avversario. È uno sport che ti insegna a rimanere concentrato sul momento. Non si deve pensare all’attimo passato o a quello futuro. Si gioca ogni singolo istante. E poi aiuta a non arrendersi mai. A lottare fino alla fine. È uno sport molto utile anche per chi ha dei deficit dell’attenzione. È un esercizio di concentrazione»
Lei ama solo il tennis?
«No, anche i cani, sono la mia seconda passione»