Il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi, nel lontano 2023, anno della Capitale della Cultura, aveva promesso: «Riaprirò l’ostello di Monterosso». Solo che poi ha dovuto fare i conti con la realtà (leggasi le magre casse di via Tasso) e la vicenda della struttura di via Ferraris ha preso tutt’altra piega.
La storia dell’ostello della gioventù di Bergamo, d’altronde, è parecchio travagliata. L’edificio è di proprietà della Provincia. Nel 2016, l’Associazione Italiana alberghi per la gioventù, che portava avanti l’attività della struttura dal 1995, è fallita. Le è subentrata, con un contratto d’affitto di sei anni, la cooperativa Italian Holiday Service. Nel 2022 il contratto non è stato rinnovato.
Nell’ottobre di quell’anno la gestione della struttura è passata alla Central Hostel Bg Srl. Siamo alla vigilia della Capitale della Cultura. Le previsioni dicono che arriveranno turisti a frotte. Ma paradossalmente, l’ostello rimane chiuso. Sì, perché, dopo essersi insediata, la direzione rileva che le condizioni in cui si trova l’edificio rendono impossibile iniziare l’attività. Nel marzo 2023, la società presenta alla Provincia uno studio di fattibilità, redatto a sue spese, per la sistemazione: servono novecentomila euro. Soldi che via Tasso non ha. E dunque i lavori di riqualificazione non partono.

A quel punto, Central Hostel mette in fila i danni derivati dalla mancata ristrutturazione dell’ostello: dall’acquisto del ramo d’azienda al subentro nel contratto, passando per i costi di utenze, manutenzione ordinaria, custodia e interventi straordinari per circa 98 mila euro. A ciò si aggiungono la perdita di utile per il mancato esercizio dell’attività e gli altri danni provocati da accessi abusivi, furti e danneggiamenti.
La struttura, nel frattempo, resta chiusa. A dicembre 2024 la Central Hostel contesta formalmente alla Provincia «il grave inadempimento delle proprie obbligazioni di locatrice», chiede l’immediato avvio dei lavori di manutenzione straordinaria e il risarcimento di «tutti i danni subìti e subendi». La Provincia, dal canto suo, respinge le richieste risarcitorie (…)