«Ai tempi dell’Under 15 ero il più lento della squadra». Detta così, con una semplicità quasi disarmante, sembra una frase da poco. Eppure in quelle parole c’è un mondo: il calcio che ti giudica troppo presto, che ti etichetta a 14 anni, quando il tuo corpo ancora non sa chi diventerai. Il calcio che non aspetta, che ti lascia indietro e spesso ti dimentica. Marco Palestra, da quel calcio, avrebbe potuto essere inghiottito. Ma, fortunatamente, non è andata così.
Oggi sfreccia sulla fascia destra sui campi di Serie A come se fosse nato per correre. Lo ha fatto a Lecce con la maglia del Cagliari, mandando in crisi prima Gallo e poi Ndaba; lo ha fatto con l’Italia Under 21, “devastando” la Svezia con strappi e giocate da veterano. A 20 anni appena compiuti, è già considerato uno dei migliori esterni del campionato.
La metamorfosi
Quella di Palestra è una di quelle storie che ricordano come, a volte, il calcio sa ancora essere giusto. Da bambino giocava a centrocampo, ma nei tornei importanti restava spesso in panchina. Troppo lento, troppo indietro rispetto agli altri. Poi, all’improvviso, qualcosa è cambiato. Nemmeno lui saprebbe dire cosa: il corpo è esploso, le gambe hanno iniziato a girare, i metri percorsi si sono moltiplicati. E quando l’Atalanta, per necessità, lo ha spostato terzino ai tempi dell’Under 17, Palestra ha scoperto di essere nato per quel ruolo.

L’anno d’oro in Primavera è arrivato in una squadra che si è salvata all’ultima giornata, dove pochi riuscivano a brillare. Tranne lui, da sotto età, che macinava prestazioni e chilometri. Poi il salto nella neonata Atalanta Under 23 e un esordio da dimenticare: espulso alla prima partita. «Dopo quella partita sono stato male», ha raccontato più volte. Poteva finire tutto lì. Invece mister Modesto lo ha preso per mano, lo ha rimesso in carreggiata e lo ha trasformato in uno dei punti fermi della stagione: 43 presenze, 3 gol, 3 assist, ma soprattutto la sensazione che stesse nascendo qualcosa di speciale.
L’ascesa
Nel dicembre 2023, Gasperini lo fa debuttare in Europa League. L’estate successiva arriva la Supercoppa contro il Real Madrid, poi qualche apparizione in Serie A. Ma davanti c’erano Bellanova e Zappacosta: per un ragazzo del 2005, lo spazio era inevitabilmente poco. A Zingonia capiscono che Palestra ha bisogno di giocare e (…)