Un momento di condivisione con le famiglie, e di comunità, venerdì 12 dicembre, per conoscere il progetto Nuova Casa, un percorso di autonomia, dignità e autodeterminazione per ragazzi diversamente abili. Monica Antonioli, servizi di sociali Comunità montana di Tirano. “La parrocchia ha messo a disposizione un appartamento in oratorio, in cui otto giovani, dai 20 ai 30 anni, hanno imparano a sviluppare maggiori capacità e competenze per vivere in modo adulto, in autonomia abitativa, senza i genitori, cucinare, pulire, vivere con altre persone, sviluppando risorse proprie, coltivando desideri e interessi, inizialmente accompagnati da due educatrici, con cui abbiamo fatto valutazioni multidimensionali e progettualità specifiche per ogni giovane; il passaggio in completa autonomia sarà graduale, basato su caratteristiche personali di ognuno”. Grazie a fondi del PNRR Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, la Comunità montana tiranese, capofila, si è accordata con Assemblea dei sindaci, Cooperative sociali Forme (presieduta da Elisa Danza) e S. Michele guidata da Joele Bonetti. Valentina Trabucchi, educatrice. “Un progetto importante educativo e sociale, che merita sostegno; la disabilità fa parte della comunità e deve concretamente trovare il suo posto”. Bonetti. “Soddisfatta di ciò che stiamo costruendo coi ragazzi, che tirano fuori le potenzialità; convivere, li porta a stimolarsi e creare qualcosa di loro; ragazzi che vivono da ragazzi, trarranno benefici per la loro autostima. Alcuni stanno anche sperimentando tiriocini lavorativi; a loro un augurio di costruzione di una società più accogliente”.
Sindaco
Antonio Sala Della Cuna, sindaco. “Un risultato fantastico vedervi fieri e felici della vostra casa; saremo presenti per sviluppi futuri”. Don Ilario Gaggini. “Siamo riusciti a mettere una perla nell’oratorio: voi ragazzi, che ne sarete degne sentinelle”. I familiari chiedono si continui oltre la scadenza del finanziamento, il 30 giugno 2026. Marika Caspani vicesindaco. “Un segno concreto di ciò che possiamo fare quando si uniscono generosità, visione e senso del bene comune; l’appartamento è simbolo di una comunità che lascia indietro nessuno, crede nella partecipazione, inclusione, nelle relazioni; è luogo che parla di fiducia, responsabilità, futuro. Ai ragazzi auguro una casa piena di vita, crescita, gioia”. Marco Adduci, presidente Assemblea dei sindaci. “Emergono due fattori: sensibilità del territorio e inclusione sociale”. L’appartamento si chiama Jacaranda, dall’albero africano con lunghi rami che percorrono ognuno la propria strada, sostenuti da solide radici. Dal murales in sala da pranzo. “In questa casa siamo unici, facciamo errori, ci scusiamo, sappiamo perdonare, ridiamo tanto, ci abbracciamo, ascoltiamo senza giudicare, ma soprattutto ci diamo possibilità”.