Ha un calcolo al rene, le prescrivono lassativo
Dimessa dal Pronto soccorso di Merate con una diagnosi sbagliata: "Tre giorni d’inferno, il medico mi ha pure derisa"

All'ospedale di Merate scambiano un calcolo renale per un blocco intestinale.
La paziente, una 54enne residente nel Meratese, lo scopre solo 48 ore dopo il suo primo accesso in Pronto soccorso, provata dai dolori lancinanti che non le lasciavano tregua, perché nel frattempo ha deciso di rivolgersi a un altro nosocomio.
In tutto ciò, racconta decisa a denunciare pubblicamente l'accaduto, «la cosa che più mi ha infastidita è stato l'atteggiamento del medico, che mi ha praticamente derisa e presa in giro».
Ha un calcolo al rene, le prescrivono lassativo
«Tutto è iniziato venerdì di due settimane fa (il 9 maggio, ndr). Ero tornata a casa dal lavoro che già non stavo molto bene - ricorda la 54enne - Di lì a poco ho cominciato ad accusare dolori fortissimi all'addome e alla schiena. Ho preso un antidolorifico che ha fatto poco o nulla. Il dolore persisteva, perciò ho deciso di andare al Pronto soccorso di Merate. Paradossalmente, già la dottoressa che mi ha visitata in accettazione sospettava potessi avere dei calcoli. Mi hanno fatta entrare quasi subito, messa su un lettino e somministrato una prima flebo di antidolorifico. Ho svolto l'esame delle urine, che risultavano avere tracce di sangue. Un medico, dopo la prima flebo, mi ha chiesto se avessi ancora dolore. Stavo malissimo, mi ha dato una seconda dose e con quella sono stata meglio, al punto che mi hanno consigliato di tornare a casa per la notte e di tornare la mattina successiva per fare un'ecografia all'addome e capire quale fosse il problema».
La donna ha perciò seguito le indicazioni dei medici e alle 8 del giorno dopo, sabato 10 maggio, si è ripresentata al Pronto soccorso meratese. «Anche la dottoressa che ha svolto l'ecografia ha ipotizzato che potesse trattarsi di calcoli, spiegandomi però che per esserne certi sarebbe stato meglio eseguire una tac - prosegue la 54enne - Per le successive cinque ore sono rimasta ad aspettare l'esito dell'ecografia nella sala d'attesa. Dopo un po’ ho chiesto di poter entrare e parlare con la dottoressa. Solo a fronte della mia insistenza sono riuscita ad accedere nel reparto. Ho avuto come l'impressione che si fossero dimenticati di chiamarmi. Infatti, un’infermiera mi ha fatta entrare subito in una stanza e mi ha consegnato l'esito, senza sbilanciarsi, dicendomi di andare con quei documenti dalla mia dottoressa, dalla quale mi sono precipitata subito dopo».
"Il medico mi ha pure derisa"
Il medico di base della donna le ha prescritto una tac d'urgenza, consigliandole di tornare subito al Pronto soccorso di Merate per farsela eseguire. «Quando sono tornata, per la terza volta, avevo dei dolori allucinanti. Non riuscivo più a resistere - racconta - E' qui che il medico che mi ha visitata si è messo a deridermi con un'infermiera, brontolando perché la mia dottoressa mi aveva prescritto una tac d’urgenza. Ed è qui che, alla fine, dopo aver ricontrollato l'esito dell'ecografia che avevo fatto al mattino, sono tornati dicendomi che avevo solo un blocco intestinale».
Il verbale di Pronto soccorso rilasciato alla donna verso le 23.30 di sabato sera riporta infatti come diagnosi una coprostasi con colica renale sinistra, da curarsi con una bustina al giorno, per quattro giorni, di Movicol, un lassativo. «Non ero molto convinta, ma non avevo più le forze per restare in ospedale. Sono rientrata a casa e ho preso un farmaco per calmare i dolori. Il giorno dopo, domenica, ero di nuovo punto a capo. Ho resistito fino alle 16, poi ho pensato di chiamare la guardia medica di Merate. Sono andata a farmi visitare e fortunatamente si sono accorti che avevo una tumefazione al rene sinistro. Mi hanno sconsigliato di tornare di nuovo in Pronto soccorso a Merate, ma piuttosto di andare a Vimercate. Così ho fatto. Ho spiegato tutto a una dottoressa che è rimasta sbalordita leggendo le carte. Poco dopo ho svolto finalmente la tac e mi è stato trovato un calcolo di 5 millimetri che mi stava causando un'infezione».
La diagnosi esatta arriva a Vimercate
Arrivata in ospedale a Vimercate nel pomeriggio di domenica 11 maggio, la 54enne meratese è uscita cinque giorni dopo, il 16 maggio, dopo una operazione di rimozione del calcolo perfettamente riuscita. «Ora sto bene, ma ho vissuto davvero tre giorni d'inferno prima di essere ricoverata a Vimercate - conclude la 54enne - La nefrite che avevo non è una patologia gravissima, d'accordo, ma si può anche rischiare che l'infezione si aggravi. Mi fa molta rabbia ripensare di essermi rivolta tre volte al Pronto soccorso di Merate senza che mi sia stata diagnosticata la malattia giusta e venendo persino presa in giro da un medico».