Firenze, i commercianti chiedono al Comune di estendere le concessioni di dehors e tavolini
Scadenza prevista per il 14 marzo
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Prorogare ulteriormente le concessioni per dehors e tavolini in città, in scadenza il 14 marzo, almeno fino al prossimo novembre, quando il Governo dovrebbe finalmente varare una legge in materia regolamentando in maniera strutturale la loro presenza nelle strade e nelle piazze italiane.
Così da evitare che il regolamento comunale, su cui Palazzo Vecchio sta lavorando di concerto con la Soprintendenza, possa ritrovarsi in contrasto con le indicazioni nazionali o, ancora peggio, possa spingere i titolari delle attività a cambiamenti, magari con investimenti importanti, per poi ritrovarsi costretti a fare marcia indietro appena pochi mesi dopo.
Prima ancora dei dettagli e delle sfumature sulla nuova disciplina è questa la principale richiesta che le associazioni di categoria fiorentine — Confcommercio, Confesercenti, Cna e Confartigianato — avanzeranno al Comune giovedì mattina (27 febbraio) quando a Palazzo Vecchio si terrà il primo tavolo di confronto ufficiale sul provvedimento di cui sta occupando l’assessore allo Sviluppo economico, Jacopo Vicini, in contatto con la Soprintendente, Antonella Ranaldi.
Un’istanza che se accolta porterebbe in sostanza a otto il numero degli anni senza rinnovo delle concessioni comunali: ai cinque naturali si sono aggiunti infatti i due anni di proroga a causa della pandemia, evento che ha sancito l’impennata di dehors e tavolini in tutto il perimetro comunale.
I numeri
Secondo il censimento di Palazzo Vecchio, infatti, attualmente ci sono infatti 912 postazioni occupate in tutta Firenze: 674 (di cui 38 solo estivi) nell’area Unesco per un totale di 12.083 metri quadrati (il limite fissato dal Regolamento urbanistico è 14mila mq) e 238 (di cui 18 solo estivi) nel resto della città per una copertura di 3.758 mq.
Numeri importanti che sono arrivati ad avere un forte impatto sul decoro e sulla vivibilità, soprattutto del centro storico (come nel caso di San Lorenzo, servizio accanto, ndr), spingendo Palazzo Vecchio a muoversi per cercare di cambiare qualcosa.
In una partita che si lega a doppio filo anche alla disciplina della Ztl, dei parcheggi e del carico/scarico merci in capo all’assessorato alla Mobilità.
Lo scorso 16 gennaio c’è stato un incontro preliminare su dehors e tavolini tra Palazzo Vecchio e la Soprintendenza, per condividere alcune linee guida sul tema.
Al centro l’esigenza di individuare materiali nobili per i dehors consoni al contesto e al patrimonio artistico della città, a scapito di plastica e soluzioni intermedie, e la volontà di abbellire, anche in chiave sostenibile, i dehors con le piante.
Le scelte che ha di fronte Palazzo Vecchio
Ma il tema più spinoso resta come fronteggiare l’impatto fisico dei dehors, sempre più grandi e chiusi (in alcuni casi, di fatto, come fossero un secondo ristorante), che congestionano il flusso di residenti, turisti e soprattutto dei mezzi di trasporto, oltre alla vista di alcune delle piazze più iconiche.
Due le opzioni che Palazzo Vecchio sta prendendo in considerazione per incoraggiare i gestori delle numerose attività di somministrazione presenti in città a scegliere soluzioni più light: aumentare i canoni di concessione nei confronti di chi sceglie volumi chiusi oppure prevedere agevolazioni a favore di chi adotta soluzioni più leggere, ricorrendo a semplici tavolini lungo la strada.
Insomma la discussione sarà lunga e molto articolata ma registra, almeno per il momento, una comunione di intenti con le associazioni di categoria nel trovare un punto di equilibrio tra le esigenze commerciali e quelle dei cittadini.
Mentre in parallelo proseguono i controlli delle forze dell’ordine sul pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico e sul rispetto degli spazi, da cui sono emerse spesso irregolarità.