Economia del mare, il Blue Forum a Roma
I numeri illustrati nel XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, a cura di Osservatorio Nazionale Ossermare, Unioncamere, Tagliacarne e Blue Forum Italia Network, confermano la centralità del settore.
Il IV Summit Nazionale sull’Economia del Mare – Blue Forum, svoltosi a Roma nella sede di Unioncamere, ha segnato un momento di svolta per la definizione delle politiche nazionali in ambito marittimo, riaffermando il ruolo strategico del mare per lo sviluppo sostenibile, inclusivo e competitivo del Paese.
Nel corso dei tre giorni di lavori, il Summit ha rappresentato un punto di non ritorno per la costruzione di una visione unitaria, sistemica e propositiva della Blue Economy italiana, evidenziando l’urgenza di elaborare strategie concrete e coordinate in vista della nuova pianificazione marittima nazionale 2026–2028.
Con il contributo delle principali istituzioni nazionali ed europee, tra cui i Ministri del Governo italiano e le più alte cariche del Parlamento e della Commissione europea, il Forum ha ribadito la necessità di una governance chiara, fondata su semplificazione normativa, sostegno agli investimenti, incentivi all’innovazione e valorizzazione del capitale umano.
I numeri illustrati nel XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, a cura di Osservatorio Nazionale Ossermare, Unioncamere, Tagliacarne e Blue Forum Italia Network, confermano la centralità del settore: 232.841 imprese, oltre 1 milione di occupati e un valore aggiunto complessivo pari all’11,3% del PIL nazionale. Una performance che testimonia non solo la forza economica del comparto, ma anche la sua capacità di attivare sviluppo nei territori, in particolare nel Mezzogiorno.
“Dobbiamo riconoscere al mare la funzione di leva strategica per il futuro dell’Italia,” ha affermato Giovanni Acampora, Presidente di Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone Latina. “Il Summit ha posto le basi per un’agenda condivisa che vada oltre la teoria e sia in grado di mobilitare risorse, competenze e riforme strutturali a favore di una blue economy realmente competitiva”.