Padenghe sul Garda (BS)

Dall’intervista sul “maligno” alla casa in vendita: Cellino e la fuga da Brescia

Da tempo non si fa vedere nella villa di Padenghe, che sarebbe in procinto di vendere

Dall’intervista sul “maligno” alla casa in vendita: Cellino e la fuga da Brescia

È stato spesso preso di mira nei momenti più complicati della storia recente del Brescia Calcio. Massimo Cellino, ex presidente delle Rondinelle, non ha mai avuto un rapporto semplice con la piazza bresciana, e la tensione è esplosa in diverse occasioni.

I precedenti e il rapporto difficile tra Cellino e Brescia

Dopo la partita contro il Cosenza, ad esempio, sono apparsi striscioni polemici e duri nei suoi confronti, segno di una rottura ormai insanabile con una parte della tifoseria. In momenti particolarmente delicati, i carabinieri sono stati costretti a presidiare la sua villa con vista sul lago di Garda, situata a Padenghe sul Garda, per garantire sicurezza e ordine pubblico. Un episodio simile si era già verificato qualche mese fa, quando il Brescia era stato retrocesso in Serie C, un evento che aveva scatenato rabbia e frustrazione tra i tifosi e aveva riportato Cellino al centro delle critiche.

Da tempo assente dalla villa sul Garda

L’ex patron, secondo quanto raccontano alcuni residenti della zona, non si farebbe vedere da tempo nella sua residenza gardesana. A Padenghe sembra non mettere piede da mesi, quasi a voler prendere le distanze da quel territorio che lo ha accolto durante la sua esperienza alla guida del Brescia. Tuttavia, lo scorso agosto, Cellino è stato avvistato poco distante, precisamente al Gardagolf Country Club di Soiano del Lago, dove avrebbe trascorso una giornata in compagnia di alcuni amici: qualche tiro al golf, un pranzo tranquillo e un po’ di relax lontano dai riflettori.

In vendita l’abitazione?

Ora, però, circola con sempre più insistenza la voce che Cellino avrebbe avviato le pratiche per mettere in vendita proprio quella villa a Padenghe, forse uno degli ultimi legami concreti con la Leonessa. Una scelta che potrebbe rappresentare la chiusura definitiva di un capitolo lungo e controverso. Oltre a non essere più visto in Valtenesi, l’ex presidente ha smesso anche di parlare pubblicamente del Brescia da circa un mese. Forse un silenzio necessario, viste le polemiche suscitate dalle sue ultime dichiarazioni. Nella sua ultima intervista all’Unione Sarda, che ha fatto il giro d’Italia e generato forti reazioni, Cellino si era lasciato andare a frasi discutibili – per usare un eufemismo – sul contesto bresciano.

«Il maligno si è accanito in una città dove la bestemmia è diffusa: non l’ho mai tollerato. La mia disgrazia è stata la coda del diavolo» aveva affermato, scatenando un’ondata di polemiche. Parole forti, che molti hanno giudicato offensive e fuori luogo.

L’intervista e il “maligno” che si accanisce sull’ex patron

Nella stessa intervista, Cellino aveva anche parlato della vicenda legata alla cappella che lui stesso aveva voluto costruire all’interno del centro sportivo del Brescia.

«Diciamo che l’ho pagata cara. Mi hanno spiegato che il maligno si accanisce con chi fa qualcosa di importante per la Chiesa. Io l’ho costruita perché avevo fatto un voto all’Immacolata, in caso di promozione in Serie A. E se vado a Brescia, la prima cosa che faccio è andare a pregare in quella cappella».

Una dichiarazione che unisce fede e simbolismo personale, ma che non è bastata a ricucire lo strappo con la città.

Chissà se anche nella sua villa sul lago di Garda, che a quanto pare presto potrebbe cambiare proprietario, aveva realizzato qualcosa di simile, un luogo dedicato al raccoglimento e alla spiritualità. Quel che è certo è che, con la vendita dell’immobile, potrebbe venir meno uno degli ultimi simboli del suo legame con il territorio bresciano. Un rapporto ormai lontano, incrinato da una gestione sportiva travagliata, culminata con una retrocessione e una contestazione mai sopita.