Ronco Briantino (MB)

Da 70 anni al servizio della Chiesa: festa grande per monsignor Rossi

Nel fine settimana il sacerdote ha ricordato il proprio 70esimo di ordinazione: "Grazie a tutti di questo momento, Ronco sarà sempre una seconda casa"

Da 70 anni al servizio della Chiesa: festa grande per monsignor Rossi
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La carta d’identità dice che tra qualche settimana gli anni saranno 94. Eppure a ben vederlo, e soprattutto ad ascoltarlo, non si direbbe proprio. Grande festa a Ronco Briantino per monsignor Giuseppe Rossi, che nel fine settimana è stato accolto in parrocchia e in paese con tutti gli onori per una ricorrenza veramente particolare.

Da 70 anni al servizio della Chiesa

E non potrebbe essere altrimenti dato che il sacerdote ricorderà molto presto i 70 anni di ordinazione. Un traguardo straordinario per il monsignore, le cui radici sono ancora ben salde in Brianza nonostante il ministero lo abbia portato lontano. La sua, del resto, è una storia tutta da raccontare. Con le sue parole e la sua voce, ma soprattutto attraverso la sua memoria, che a dispetto dell’età è ancora di ferro:

"Mia mamma era originaria di Ronco, ma rimase orfana molto giovane - spiega il sacerdote riavvolgendo il nastro dei suoi ricordi - Così una sua parente suora la portò a Brescia, in un istituto religioso che potesse assicurare a lei e a sua sorella un’educazione e poi un’occupazione. E infatti, al termine degli studi, trovò impiego come domestica al servizio di una famiglia facoltosa di quelle zone. Famiglia che possedeva anche una dimora estiva nelle campagne di un piccolo paesino, San Martino della Battaglia".

La vocazione e gli studi

Qui la donna trovò l’amore e un marito, un giovane a che a quel tempo si occupava di gestire il giardino e i campi della tenuta con la sua famiglia. Dalla loro unione nacque, appunto, monsignor Rossi. Che già da bambino diede precoci segni di un destino già scritto e di una chiamata al quale in futuro avrebbe risposto senza esitazioni:

"A San Martino, piccolissima comunità contadina, venne edificata la prima chiesa nel 1927, mentre la presenza di un sacerdote venne garantita solamente a partire dal 1935 - ricorda - Fu proprio lui, il primo parroco don Remo Noro, a farmi fare la Prima Comunione quando avevo appena 6 anni: non so perché, forse aveva visto qualcosa in me già a quell’età. Moltissimo dovetti poi al suo successore, don Aldo Guerra, che mi aiutò a proseguire gli studi dopo aver frequentato le prime quattro classi delle elementari. Fu lui a interessarsi dell’esistenza di un istituto religioso a Verona che mi avrebbe permesso di arrivare fino al Ginnasio: partecipai al concorso, lo vinsi e ottenni quelle che oggi si chiamando “borse di studio” per portare avanti la mia istruzione".

Poi il seminario a Verona e, una volta ordinato sacerdote il 25 giugno del 1955, l’Università a Padova:

"Mi alternavo tra gli studi in Lettere e l’insegnamento nelle scuole del seminario di cui, dopo la laurea, venne nominato preside".

L'amore per l'insegnamento

Una vita dedicata al Signore e alla cattedra, con la soddisfazione di aver fondato anche una scuola insieme ad altri sacerdoti, la "Guardini" di Verona, ancora oggi attiva e punto di riferimento per l’apprendimento delle lingue straniere "che all’epoca stavano diventando importanti anche per i sacerdoti nelle relazioni internazionali". Tra il 1985 e il 1995 monsignor Rossi venne incaricato anche di seguire come parroco la comunità di Soave, in provincia di Verona:

"Fu una parentesi molto intensa, ma poi venni richiamato in seminario per riprendere a insegnare. Incarico che ho svolto fino al compimento dei 90 anni. Mi è dispiaciuto moltissimo smettere, avrei voluto continuare ancora, ma purtroppo non sono molto avvezzo alle nuove tecnologie"

Scherza il monsignore, che successivamente è stato nominato Presidente del Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Verona. Un ruolo di prestigio che però non gli ha impedito di rimanere in mezzo al gregge come un mite pastore, perché durante la settimana presta servizio come vicario nelle parrocchie della Diocesi di Verona che oggi soffrono per la carenza di sacerdoti. La pensione, insomma, può attendere.

Festa grande a Ronco Briantino

E nel fine settimana ecco la grande festa a Ronco Briantino, una seconda casa per il sacerdote, che nel 2005 ricevette dall’allora sindaco Francesco Colombo (curiosamente primo cittadino ancora oggi) la cittadinanza onoraria. A testimonianza di un legame che non è mai stato affievolito né dal tempo né dalla distanza:

"Ho sempre conservato un rapporto bellissimo con il paese e ci torno appena posso, anche perché qui ho ancora diversi parenti - spiega lui - Fino a qualche anno ci venivo da solo in macchina da Verona, ma adesso anche se ho ancora la patente e giro in città, non mi fido più a fare questi viaggi lunghi. Sa com’è, l’età...".

Come a ogni festeggiato, anche a monsignor Rossi, che celebra le proprie «nozze di titanio» con il Signore e la Chiesa, chiediamo cosa vorrebbe come regalo:

"Mi basta questa bellissima festa che mi hanno preparato qui gli amici e i parenti: davvero non me l’aspettavo e mi ha fatto molto piacere quando don Simone Arienti mi ha invitato per partecipare a questo momento per il quale lo ringrazio sentitamente - aggiunge - Come dicevo, Ronco per me rappresenta un posto speciale: un piccolo paese nel verde della campagna, con una comunità viva e devota, una chiesa stupenda. Ricordo di averla vista in costruzione e ricordo con grande affetto don Biagio Rossetti: un uomo e un sacerdote straordinario, che merita tutta la nostra stima e gratitudine per quello che ha fatto".

La festa comunitaria è andata in scena domenica, con la messa celebrata al mattino e, a seguire, il pranzo con la famiglia, davanti alla torta e un immancabile bicchiere di spumante. Per celebrare un grande traguardo, certo, ma anche un lungo cammino che monsignor Rossi continua a percorrere portando la propria, straordinaria, testimonianza di fede. Incrollabile. Di "titanio".