Cosa rompe la catena dell’odio? È questa la domanda alla quale due mamme – una palestinese e l’altra israeliana – cercheranno di rispondere il prossimo 24 settembre 2025 alle ore 20.45, nell’Auditorium dell’Oratorio di via Roma a Missaglia. Sul palco, moderate dal giornalista e scrittore Davide Perillo, interverranno Sima Awad di Betlemme e Maayan Inon di Gerusalemme, due mamme che fanno parte di Parent’s Circle Families Forum, un’organizzazione unica e straordinaria, composta da circa 800 famiglie israeliane e palestinesi che hanno perso un familiare a causa del conflitto. Persone che coraggiosamente hanno scelto di convertire rabbia e desiderio di vendetta in azioni di speranza.
Cosa rompe la catena dell’odio? Una mamma israeliana e una palestinese raccontano speranza e riconciliazione
Quindi nessuna discussione di parte, nessun schieramento, nessuna tesi precostituita, ma, come ha detto il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, solo la convinzione che “il futuro non sarà deciso dalle bombe ma da chi sa guardare negli occhi dell’altro e riconoscerlo come fratello”.
Questa proposta si deve soprattutto a Nicoletta De Lorenzi di Barzanò e a una serie di associazioni brianzole: Comunione e Liberazione Alta Brianza, Azione Cattolica Decanale, Scuola La Traccia, Centro culturale Peguy, Associazione culturale L’Incontro, Centro culturale Gaudi e Fondazione Costruiamo il futuro.

“L’idea di organizzare questo incontro mi è venuta l’anno scorso partecipando a un evento analogo a Varese dove ho assistito alla testimonianza di due mamme: sono rimasta molto colpita per l’amicizia evidente tra le due donne e dal desiderio di ribaltare il paradigma di raccontare questa situazione drammatica di guerra, di fatica e di odio – spiega Nicoletta Colzani – Ho subito contattato Parent’s Circle, ma poi, per l’escalation di quanto sta avvenendo nella striscia di Gaza, i tempi si sono allungati, ma ci siamo riusciti. Le testimonianze e le storie di Sima Awad e Maayan Inon che ascolteremo a Missaglia faranno comprendere il grande lavoro che sta svolgendo Parent’s Circle perché è importante far vedere anche cosa si costruisce e non solo quello che si distrugge, la capacità di trasformare il loro odio in iniziative di pace, il desiderio di ricostruire dal basso. E se non si parte dal basso non si arriverà mai a un risultato concreto”.
Un incontro che vede coinvolte ben sette associazioni. “Abbiamo cercato di coinvolgere più realtà perché crediamo nella necessità di far conoscere a più persone il lavoro silenzioso, poco sotto i riflettori ma efficace di persone che dall’interno desiderano il cambiamento”, conclude De Lorenzi.