Settimo Torinese (TO)

“Comizio pro-referendum”? Scontro politico dopo la cerimonia del 2 Giugno a Settimo

Lega, Fratelli d’Italia e Circolo Tommaso Lanza attaccano la sindaca. Il PD risponde: “Accuse false, ecco come sono andare le cose"

“Comizio pro-referendum”? Scontro politico dopo la cerimonia del 2 Giugno a Settimo
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A Settimo Torinese, la celebrazione del 2 Giugno – Festa della Repubblica – si è chiusa con una dura polemica tra maggioranza e opposizione.

“Comizio pro-referendum”: l'opposizione contro la cerimonia del 2 Giugno

Al centro del dibattito, le parole pronunciate dalla sindaca Elena Piastra durante la seduta solenne del Consiglio comunale, accusate da Lega, Fratelli d’Italia e Circolo Tommaso Lanza di essere “una passerella elettorale” in vista del referendum dell’8 e 9 giugno.

«Il 2 Giugno trasformato dalla sinistra in comizio pro-referendum: uno sfregio alla Festa della Repubblica», si legge nel comunicato diffuso dalle tre forze politiche. Nel mirino anche l’intervento della scrittrice Luna Esposito, invitata come ospite, che ha paragonato l’Italia a Sparta. «Un paragone storicamente errato e fuori luogo – scrivono – ancor più se fatto durante una ricorrenza che celebra la nascita di una democrazia inclusiva».

Particolarmente contestato il passaggio in cui la sindaca ha criticato il cosiddetto "Decreto sicurezza", citando l’articolo 21 della Costituzione sul diritto alla libertà di manifestazione. «Un intervento da piena campagna elettorale – accusano Lega e Fratelli d’Italia – che ha piegato una ricorrenza nazionale a fini di propaganda». E ancora: «Non si è ricordato che anche non partecipare al referendum è una scelta legittima: il mancato quorum è a sua volta un’espressione della volontà popolare».

Il Pd: "Polemica costruita su informazioni false"

Alla polemica ha risposto il Partito Democratico cittadino, definendo l’attacco dell’opposizione «l’ennesima polemica politica costruita su informazioni false». In un comunicato ufficiale, il PD ha riportato le parole esatte della sindaca:

«Noi oggi sentiremo parlare tutti della Repubblica. Che esiste grazie a un referendum. E quindi tutti coloro che oggi rappresentano le istituzioni, rappresentano le istituzioni grazie a questo referendum. Eppure c’è qualcuno che rappresenta le istituzioni che dice “non andate a votare”».

«Dove sarebbe l’invito esplicito al voto? – si legge nella nota democratica – Non c’è. È un richiamo storico, non propaganda. L’unico sfregio alla Festa della Repubblica è il tentativo della destra di gettare fango su un momento fondativo della nostra democrazia».

La polemica, accesa e profondamente politica, arriva a pochi giorni dal voto referendario, confermando come anche le celebrazioni istituzionali possano diventare terreno di scontro tra visioni contrapposte.