La «bomba», dopo la denuncia dei consiglieri Corrado Valsecchi e Lorella Cesana, supportata dalle analisi dell’ingegnere Giacomo Mainetti, era destinata a scoppiare, in un senso o nell’altro. Era solo questione di tempo. E oggi, giovedì 13 novembre 2025, è esplosa con una lettera della Regione Lombardia indirizzata a Acinque Energy Greenway S.r.l. e, per conoscenza, a tutti gli enti coinvolti nella Conferenza di servizi del progetto del teleriscaldamento.
Sì, perché il Pirellone, preso atto della relazione del professionista leccese, che evidenzierebbe un grossolano errore riguardo alle emissioni inquinanti della centrale termica del Caleotto — sarebbero stati confusi chilogrammi con tonnellate — ha di fatto messo un freno al progetto, chiedendo ulteriori approfondimenti.
Per la verità, a sollecitare la Regione Lombardia a prendere posizione, già la scorsa settimana, era stata la Provincia di Lecco, ente chiamato a emettere l’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA).
Centrale del Caleotto: Regione chiede ad Acinque chiarimenti sul reale impatto ambientale
Ma cosa ha messo nero su bianco nella sua lettera, firmata dalla dirigente Francesca Davini, Regione Lombardia? Nel testo si evidenzia che il progetto era stato escluso dalla procedura di valutazione d’impatto ambientale e l’istruttoria regionale era stata condotta basandosi sulla documentazione complessivamente trasmessa da Acinque Energy Greenway S.r.l. nel corso del procedimento. Il riferimento, in particolare, è allo «Studio Preliminare Ambientale – Valutazione componente Aria e Salute» di Tecnohabitat, studio nel quale «sarebbe presente un significativo errore nella stima delle attuali emissioni di NOx e CO riferibili alle caldaie domestiche private che verrebbero sostituite dal sistema di teleriscaldamento. In particolare, l’errore avrebbe portato a una sovrastima di dette emissioni per un fattore pari a 10³ (cioè mille volte superiore al reale) con conseguente sopravvalutazione del beneficio indotto dall’esercizio del teleriscaldamento medesimo». Un errore che avrebbe insomma portato a stimare eccessivamente il vantaggio ambientale derivante dal sistema di teleriscaldamento.
E quindi? Tranchant la richiesta della Regione Lombardia: «Considerato che la riduzione di emissioni inquinanti per effetto della sostituzione delle caldaie domestiche private con allaccio al teleriscaldamento ha rappresentato uno degli elementi considerati dall’istruttoria regionale, si chiede alla Società in indirizzo di fornire, entro e non oltre 10 giorni dal ricevimento della presente comunicazione, chiarimenti di merito, con particolare riguardo al dato dichiarato per le emissioni di NOx e CO riferibile alle caldaie domestiche esistenti e al beneficio che complessivamente si otterrebbe nello scenario di progetto con allaccio al teleriscaldamento».
Detto per i comuni mortali, insomma, la Regione Lombardia vuole verificare e dettagliare l’impatto ambientale della sostituzione delle caldaie con il teleriscaldamento, confrontando le emissioni attuali con quelle previste dal progetto.
Stringata e laconica la reazione di Acinque Energy Greenway S.r.l.:
«L’azienda ha richiesto nei giorni scorsi a Tecnohabitat, società di ingegneria incaricata a suo tempo di redigere lo studio, un riesame complessivo e puntuale della documentazione prodotta – si legge in una nota ufficiale. Acinque Energy Greenway S.r.l. è quindi pronta a fornire agli enti preposti, nei tempi previsti, tutti gli approfondimenti tecnici richiesti».
Ben diversi i toni di Corrado Valsecchi e Lorella Cesana: «Leggiamo con soddisfazione la nota pervenuta da Regione Lombardia con la quale viene confermato che la riduzione delle emissioni inquinanti per effetto dell’allaccio al teleriscaldamento è uno degli elementi considerati nell’istruttoria regionale, che oggi viene chiesto di chiarire e approfondire sulla scorta della nota da noi trasmessa a Regione Lombardia, Provincia di Lecco e Comune di Lecco – sottolineano i consiglieri di Appello per Lecco e Lecco Ideale – È apprezzabile il comportamento prudente e rigoroso manifestato dagli enti sovracomunali, che senza indugio hanno raccolto le nostre osservazioni per far chiarezza su un tema molto importante per la salute dei cittadini lecchesi. Comportamento che ci convince sempre più della fondatezza e necessità della nostra azione. Siamo altrettanto certi di aver reso un doveroso servizio alla comunità con spirito etico, di trasparenza e di competenza, e ci auguriamo che tale spirito verrà compreso dagli amministratori della città, che dopo aver con tutta evidenza omesso un attento controllo delle azioni sul suo territorio, ancora non hanno assunto la benché minima iniziativa, trincerandosi dietro il più rigoroso mutismo».
Per altro, la palla ora passerà di nuovo anche al Consiglio comunale di Lecco, visto che Valsecchi e Cesana hanno proposto un ordine del giorno per chiedere che venga annullata o sospesa l’efficacia della delibera del 29 settembre che consente l’elevazione di 5 metri delle due canne fumarie dell’impianto, così da rivedere tutto alla luce di informazioni tecniche più trasparenti.
«Lunedì 17 novembre verrà presentato in consiglio l’ODG che abbiamo proposto, proprio per impegnare invece Sindaco e Giunta a una doverosa verifica e riesame dell’istruttoria svolta a livello comunale, e riteniamo sia a questo punto scontato il voto unanime di tutto il consiglio comunale, mentre non potrà passare inosservato il disinteresse manifestato da chi governa oggi la città verso la salute dei suoi cittadini» chiosano i due consiglieri.
Apprezziamo la scelta di Regione Lombardia di chiedere spiegazioni e correzioni urgenti alla società proponente: è un passo necessario per fare piena luce e su un progetto che riguarda da vicino la salute e la qualità della vita dei lecchesi.
Sulla vicenda sono intervenuti anche anche Carlo Piazza, candidato sindaco della Lega e il segretario cittadino del Carroccio Emanuele Mauri: «Alla luce di questi fatti, riteniamo indispensabile aprire una riflessione approfondita sulla localizzazione dell’impianto al Caleotto, nel cuore della città, e valutare forme di alimentazione alternative, più moderne, pulite e coerenti con le reali esigenze ambientali del territorio. Lecco merita trasparenza, prudenza e partecipazione nelle scelte che riguardano il suo futuro energetico e ambientale. Non possiamo permettere che dati errati o valutazioni approssimative determinino decisioni così strategiche per la città e i suoi cittadini» .
