Il gruppo di minoranza Per una comunità rinnovata chiede azioni concrete anche all’amministrazione comunale sul problema della carenza di medici di base a Gorla Minore.
Medici di base, bisogna intervenire
Medici di base, la situazione già al limite potrebbe diventare insostenibile. E non fosse per la scelta del dottor Giovanni Dodaro di restare in servizio anche oltre il traguardo maturato per la pensione e rimandarla di qualche mese, sarebbe già il caos, con i suoi 2mila pazienti a sovraccaricare ulteriormente gli altri e a contendersi posti fuori paese, dentro un ambito sanitario già in forte sofferenza.
La minoranza lancia l’allarme
A rilanciare l’allarme su una questione già pienamente sentita da molti gorlesi è il gruppo di minoranza Per una comunità rinnovata, che chiede azioni concrete anche all’amministrazione comunale, nell’auspicio che la Sanità faccia la sua parte quanto prima. «La situazione dell’assistenza sanitaria locale sta diventando sempre più critica e i pazienti non sanno più a chi rivolgersi, con i medici di famiglia ormai sovraccarichi – la fotografia condivisa dall’opposizione, che vale per tanti paesi nella medesima condizione – con un numero di assistiti che supera spesso i 2mila, già ben oltre il limite previsto. Cambiare medico ogni sei mesi è diventata la norma, compromettendo quel rapporto di fiducia e di prossimità che dovrebbe esserci tra medico e paziente. Nel frattempo cresce la sfiducia verso le istituzioni, che ancora non hanno fornito indicazioni chiare su come intendono intervenire su un problema che non è affatto una sorpresa».
La proposta in campagna elettorale
Per affrontare il problema il gruppo aveva inserito nel suo programma elettorale una mossa che poteva rivelarsi vincente: «Aprire nuovi studi medici all’interno dell’ex tessitura Colombo, con l’obiettivo di attrarre nuovi professionisti e ridurre i disagi. Purtroppo quel progetto, al quale stavamo lavorando già negli ultimi mesi della precedente amministrazione, oggi è completamente fermo. E mentre un medico storico con oltre 2mila assistiti presto andrà in pensione, il rischio di un ulteriore peggioramento dell’assistenza sanitaria è concreto e immediato. Serve una risposta seria, rapida e organizzata. Rimandare significa soltanto peggiorare la situazione».