Alessandria (AL)

“Autonomia Donna”: ad Alessandria il Soroptimist rafforza il sostegno alle vittime di violenza

Ad Alessandria il Soroptimist porta in primo piano un progetto concreto: aiutare chi ha vissuto situazioni di abuso a ricostruire la propria autonomia

“Autonomia Donna”: ad Alessandria il Soroptimist rafforza il sostegno alle vittime di violenza

Un mese di iniziative, un box dedicato in piazzetta della Lega e raccolte fondi per offrire nuove opportunità di rinascita realizzato dal Soroptimist Club di Alessandria, guidato da Barbara Paglieri.

Il progetto “Autonomia Donna”

Ad Alessandria, il Soroptimist sta vivendo un novembre particolarmente intenso grazie al progetto “Autonomia Donna”, iniziativa che rientra nell’ambito internazionale “Orange the World”, la campagna annuale delle Nazioni Unite dedicata alla sensibilizzazione sul tema della violenza di genere. Il club locale, guidato dalla presidente Barbara Paglieri, ha scelto di declinarlo con un forte radicamento territoriale, ponendo al centro il supporto pratico alle donne che cercano di ripartire dopo una denuncia o un percorso di protezione.

Simbolo visibile di questo impegno è il box allestito in piazzetta della Lega, messo gratuitamente a disposizione da Epicon per tutto il mese. Uno spazio che funge da punto informativo e da centro di raccolta fondi destinati a finanziare bisogni immediati delle vittime: dal pagamento della patente di guida, fondamentale per ottenere indipendenza, fino all’acquisto di beni essenziali per ricominciare una vita lontano dalla violenza.

L’impegno del club non si esaurisce nell’iniziativa attuale. A giugno, ad esempio, il Soroptimist ha donato all’Ospedale di Alessandria 30 kit di primo soccorso personale per le donne che arrivano al pronto soccorso dopo aver subito violenza, spesso costrette a lasciare abiti e oggetti personali per esigenze medico-legali. I kit contengono biancheria, asciugamani e abiti comodi: un gesto semplice, ma capace di restituire un primo senso di dignità e calore in un momento estremamente delicato.

Nel corso della puntata emergono però anche criticità e domande. Ascoltatori hanno sollevato dubbi sull’applicazione del “codice rosso” e sulla capacità del sistema sanitario di segnalare automaticamente casi sospetti. La presidente ha ricordato che, in teoria, casi di violenza dovrebbero attivare procedure obbligatorie, ma ogni situazione richiede verifiche puntuali.

Il Soroptimist ribadisce infine l’importanza della formazione e della partecipazione maschile a percorsi educativi sulla prevenzione, spesso frequentati solo da donne. Un segnale che il cambiamento culturale è ancora un traguardo aperto.

Donne e leadership

Nel panorama associativo italiano, le reti femminili stanno giocando un ruolo sempre più centrale. L’esperienza di Barbara Paglieri racconta come la collaborazione tra professioniste possa diventare leva di progresso sociale ed economico.

Il Soroptimist di Alessandria non è soltanto un’associazione impegnata sul fronte sociale, ma anche una rete di professioniste che condividono competenze e progettualità. Avvocati, medici, imprenditrici e dirigenti portano nel club percorsi diversi ma complementari, offrendo una base solida per sviluppare iniziative di impatto sul territorio. La presidente Barbara Paglieri sottolinea come la qualità dei profili sia un valore fondante: solo unendo competenze elevate si possono generare progetti efficaci e sostenibili.

Accanto al Soroptimist, un ruolo significativo lo ha anche AIDA — l’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda — attiva dagli anni Sessanta e considerata una sorta di “piccola Confindustria” al femminile. L’associazione opera su base nazionale e regionale tramite sezioni locali, promuovendo il confronto su temi economici e manageriali. Paglieri ha guidato per tre anni la sezione di Torino, contribuendo a un percorso di crescita che oggi è stato raccontato anche in un docufilm storico dedicato alle presidenti che si sono succedute.

Attraverso queste esperienze emerge un quadro chiaro: nonostante i progressi, la presenza femminile nei luoghi decisionali rimane ancora inferiore rispetto a quella maschile. Le norme sulle quote rosa hanno avuto il merito di accelerare l’inserimento delle donne nei consigli di amministrazione, ma non sempre hanno garantito una reale valorizzazione del merito. Il rischio, secondo Paglieri, è che la presenza femminile venga letta come una semplice esigenza normativa e non come riconoscimento di competenze.

La sfida resta quindi culturale: dimostrare che leadership femminile e competenza vanno di pari passo, e che la diversità nei team decisionali rappresenta un valore aggiunto. Le associazioni femminili, con la loro capacità di fare rete, scambiarsi esperienze e creare occasioni di collaborazione professionale, stanno contribuendo a questo cambiamento.

Il loro ruolo diventa così duplice: sostenere le donne nella conquista di nuovi spazi e sensibilizzare il mondo delle imprese sulla necessità di una rappresentanza equilibrata e realmente meritocratica.

Il percorso di Barbara Paglieri

Crescere nella famiglia Paglieri significa portare con sé un cognome noto in tutta Italia, legato a marchi storici e a un’azienda profondamente radicata nel territorio. Ma per Barbara Paglieri questo non è mai stato un punto di arrivo. La sua carriera è iniziata lontano dalle comodità dell’azienda di famiglia, in uno scatolificio gestito dal padre, dove ha potuto fare esperienza diretta dei ritmi produttivi, delle dinamiche aziendali e delle responsabilità amministrative.

Quella fase di gavetta, durata un decennio, è stata seguita dall’ingresso nella Paglieri, dove ha scelto consapevolmente di ripartire dai reparti produttivi. Un passaggio che le ha permesso di conoscere nel dettaglio l’intero ciclo di lavorazione: dai macchinari che confezionano il cartone alle linee che imbottigliano i prodotti, fino ai processi di qualità e sicurezza. Negli anni ha arricchito il proprio profilo con corsi di certificazione e specializzazioni, avvicinandosi gradualmente ai ruoli direttivi.

Nel 2022 ha deciso di lasciare le responsabilità operative per dedicarsi ad altri progetti, mantenendo però il ruolo di socia. Oggi guarda al futuro con una nuova prospettiva: più tempo per sé, nuove esperienze associative e un’attenzione rinnovata al proprio equilibrio personale. Un percorso che non esclude ulteriori sfide: recenti proposte nel mondo confederale e l’esperienza televisiva con Business24 dimostrano che le opportunità non mancano.

Sul piano personale, Paglieri vede nelle sue figlie una nuova generazione pronta a trovare la propria strada. A loro augura entusiasmo e curiosità, le due qualità che più hanno guidato il suo cammino.

La sua storia mostra come tradizione familiare e scelta individuale possano convivere, dando vita a un percorso professionale solido, costruito con impegno e capacità di reinventarsi.