Anna Crescenti, ingegnere e operatrice umanitaria, dall'Afghanistan alla Siria, passando per Gaza

Biglietto aereo e passaporto tra le mani, direzione Siria. Sono da poco scoccate le 16:30 di un pomeriggio di metà maggio e Anna, che di professione è operatrice umanitaria (e non solo quello in realtà), è seduta su una seggiola dell’aeroporto in attesa del volo. Il lavoro la porta in Siria per una missione breve, ma la sua testa da ormai più di un anno e mezzo è a Gaza.
“Ci sono stata varie volte in questi anni, l’ultima volta a maggio del 2023 – spiega -, ma non dopo il 7 ottobre, perché la situazione è terribilmente complicata anche per ottenere i permessi dal governo israeliano. Per ora non abbiamo nessun personale espatriato all’interno della Striscia, ma sono più di venti i colleghi locali che lavorano con noi; sono sempre in contatto con loro, è una situazione tremenda”.
Anna Crescenti, 51 anni, è originaria di Ospitaletto, ma ha trovato la sua dimensione in Valle Camonica, a Corteno Golgi, quando si è trasferita una quindicina di anni fa. L’ho trovata per caso Anna, il suo nome era scritto in una locandina per una serata organizzata da Tapioca sulla situazione a Gaza, che ho trovato scorrendo le mail arrivate in redazione.
La formazione di Anna e la prima esperienza
Iniziamo da te: “Sono laureata in Ingegneria Ambientale al Politecnico di Milano, specializzata nel settore acqua e nel settore rischi e disastri, e durante il percorso universitario mi sono sempre interessata a tutte le tematiche del settore umanitario della cooperazione internazionale, tant’è che ho partecipato attivamente anche a dei gruppi studenteschi in ambito extrascolastico che si occupavano di progettazione nel settore umanitario e che mi hanno portato a fare una mia prima esperienza da volontaria in Burkina Faso proprio capire se il settore umanitario era la strada da seguire.

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