Bergamo (BG)

All'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in dono uno strumento per i giovani pazienti oncologici

Diagnosi più veloci e precise. Merito di una raccolta fondi nata da un'insolita collaborazione: tra camionisti della Fai e imprenditori

All'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in dono uno strumento per i giovani pazienti oncologici
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All’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è arrivata una tecnologia che può cambiare la vita di tanti bambini malati di tumore. Si chiama Digital Pathology e permette di fare diagnosi veloci e accurate.

Autotrasportatori e imprenditori

Tutto è partito da un sogno, dell’ospedale bergamasco, che sembrava irraggiungibile: comprare un’apparecchiatura non proprio economica (50 mila euro) per aiutare i bambini malati di tumore. Poi, è arrivata la svolta. Il Comitato giovani della Fai Bergamo, la Federazione autotrasportatori italiani, ha lanciato una raccolta fondi e in poche settimane l’obiettivo è stato raggiunto.

Camionisti e imprenditori hanno risposto con grande generosità e la nuova apparecchiatura è stata acquistata grazie alle donazioni e al ricavato della vendita di un calendario 2026 con immagini storiche di camion e camionisti, che fra novembre e dicembre verrà riproposto per raccogliere nuovi fondi. «Aiutare è sempre bello, ma farlo per i piccoli pazienti lo è ancora di più», hanno detto Giuseppe Cristinelli e Paolo Soprani, presidenti, rispettivamente, della Fai e del Comitato giovani.

Veloci e precisi

Grazie a questa gara di solidarietà, ora il reparto di emato-oncologia pediatrica del Papa Giovanni XXIII può contare su una nuova tecnologia: la Digital Pathology, appunto. Lo strumento permetterà di scannerizzare i tessuti prelevati con biopsia, trasformarli in immagini digitali e condividerli subito con specialisti di tutto il mondo grazie a un’analisi incrociata.

Così, nei casi più complessi, la diagnosi arriva in tempi rapidissimi. «Il tempo, per noi, può salvare vite», ha ricordato il dottor Massimo Provenzi, responsabile del reparto. Grazie a questo passo avanti, i piccoli pazienti potranno avere risposte più veloci e cure sempre più precise. Decisamente un grande risultato per l’ospedale, reso possibile anche alla capacità organizzativa messa in campo da Maura Baraldi, direttrice della Fai Bergamasca, dal segretario Doriano Bendotti e dal vice segretario Mattia Baldis.

Altri progetti in cantiere 

L’ospedale bergamasco è già un punto di riferimento nella cura dei tumori pediatrici: oggi, guarisce il 75 per cento dei bambini malati, ma con la nuova apparecchiatura queste percentuali potranno migliorare ancora. E non ci si ferma qui, l’équipe di Provenzi sta da anni lavorando a un progetto per preservare la fertilità delle giovani pazienti oncologiche. L’idea, è quella di prelevare e congelare un piccolo frammento di tessuto ovarico per poterlo reimpiantare in futuro, permettendo loro di avere una vita normale dopo la malattia.