Roma (RM)

Allarme carceri, mancano agenti, sovraffollamento record

La Fns Cisl Lazio chiede interventi urgenti su organici, strutture e sicurezza

Allarme carceri, mancano agenti, sovraffollamento record
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Carenze di organico, sovraffollamento e condizioni di lavoro al limite della sopportazione. È allarme rosso nelle carceri del Lazio, dove la situazione del personale di Polizia Penitenziaria e delle strutture detentive è sempre più insostenibile. Il servizio.

I numeri

Mancano all’appello 900 unità di Polizia Penitenziaria in tutta la regione Lazio, di cui ben 477 solo nella provincia di Roma. Un dato allarmante, che fotografa una situazione ormai al collasso nei principali istituti penitenziari della Capitale.

A Rebibbia la situazione è critica su più fronti, mancano 258 agenti nel nuovo complesso maschile, 120 a Regina Coeli, 55 nel circuito di alta sicurezza, 36 nel carcere femminile e 8 nella Terza Casa. Percentuali che superano in alcuni casi il 30% della pianta organica prevista.

Oltre alla carenza di personale, si aggiungono gravi ritardi nei pagamenti dello straordinario e delle missioni, con fondi esauriti per il 2024 e nuove criticità anche per il primo semestre del 2025.

A peggiorare il quadro, il sovraffollamento. Al 30 giugno, nelle carceri del Lazio si contavano 6.710 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 5.307, con 1.403 persone in più rispetto al previsto. E la tensione dentro gli istituti cresce.

A Roma, nell’Istituto Penale per i Minorenni di Casal del Marmo, si registrano circa 56 minori detenuti, tra cui 6 ragazze. Anche qui la carenza di personale è grave: mancano almeno 10 agenti, soprattutto nei ruoli ispettivi e di sovrintendenza. E proprio il 1° luglio, si è verificato l’ennesimo episodio di violenza: un detenuto ha aggredito due agenti con una lametta, ferendoli seriamente.

La denuncia della Cisl

La Fns Cisl Lazio lancia l’allarme “Il personale è stremato, non si può andare avanti così. Occorrono interventi immediati sugli organici, investimenti nelle strutture e strumenti tecnologici adeguati per garantire sicurezza e dignità”.

Nel frattempo, anche la mensa dell’IPM di Roma è chiusa da un anno per lavori, e i buoni pasto non vengono erogati da febbraio.

Per il sindacato, senza un impegno serio da parte delle istituzioni, il sistema penitenziario rischia il collasso. “Il sovraffollamento – denunciano – annulla ogni possibilità di rieducazione e compromette la sicurezza di chi lavora e vive negli istituti”.