Alla Casa di Leo di Treviolo inaugurate le cucine, per ricreare un ambiente familiare
La struttura, pensata per accogliere i piccoli pazienti dell'ospedale Papa Giovanni e i loro genitori, ha completato un altro progetto

In foto: Andrea Valcada e Susanna Berlendis (al centro) con due volontari
I nuovi spazi della Casa di Leo, la struttura di housing sociale di Treviolo dedicata ai pazienti pediatrici dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e alle loro famiglie, stanno ormai prendendo forma.
Con l'arrivo delle cucine, inaugurate ieri mattina (giovedì 3 luglio), la Casa aggiunge un tassello importante al suo ampliamento - il progetto "Leo diventa grande" - grazie al sostegno di Enel Cuore, la onlus del Gruppo Enel attiva nella promozione di progetti di solidarietà sociale su tutto il territorio nazionale. Il progetto di ampliamento, avviato nel gennaio 2023, è stato sviluppato in sinergia con l'ospedale, Regione Lombardia, la Provincia ed il Comune, insieme a una vasta rete di associazioni del terzo settore.
La casa diventa più grande
Enel Cuore ha sostenuto la costruzione della nuova area della struttura, inaugurata lo scorso febbraio, che ha previsto l’aumento della capacità di accoglienza da cinque a quindici camere, con l’aggiunta di tre appartamenti autonomi per pazienti immunodepressi, spazi comuni, una palestra riabilitativa, due aree gioco, un orto condiviso e un’arena per attività all’aperto. I nuovi spazi, operativi a breve, consentiranno alla struttura di rispondere alle numerose richieste di accoglienza che giungono da tutta Italia, in particolare da famiglie extraregionali con bambini sottoposti a cure cardiologiche, onco-ematologiche o trapianti.
A questo intervento si aggiunge quello per la realizzazione delle nuove cucine, cuore pulsante della quotidianità per le famiglie ospiti. Questo perché la Casa di Leo è un luogo di accoglienza aperto al mondo, che offre ospitalità anche a bambini provenienti da altri Paesi, ciascuno con una storia fatta di ricordi, culture e tradizioni, anche culinarie. Cucinare insieme, circondati dalla cura e dal sostegno costante dei volontari, diventa per le famiglie un momento prezioso di condivisione e serenità: un modo per affrontare il difficile percorso della malattia in un ambiente che sa essere davvero, per tutti, una casa lontano da casa.

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Uno spazio per accogliere le famiglie
«La Casa di Leo è nata dal desiderio di offrire molto più di un semplice alloggio: volevamo creare un luogo in cui le famiglie potessero sentirsi accolte e sostenute in uno dei momenti più difficili della loro vita, dove ritrovare un senso di normalità - ha detto Susanna Berlendis, mamma di Leo e presidente del Comitato direttivo Eos Aps -. Voglio quindi ringraziare profondamente Enel Cuore per aver contribuito, con questa generosa donazione, all’acquisto delle cucine, un simbolo della mission di Casa di Leo: è lì che si ricostruisce un senso di comunità e si ritrova, anche solo per un attimo, un po’ di serenità».
A sottolineare il valore di quello spazio di condivisione è anche Andrea Valcalda, Consigliere delegato di Enel Cuore «Le nuove cucine sono un simbolo di crescita per il progetto che, grazie all’impegno e alla dedizione di tutte le persone che ne fanno parte, sta restituendo normalità e senso di comunità alla vita di famiglie che vivono momenti di fragilità, soprattutto se lontane dalle proprie case».

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