Al pronto soccorso dell’ospedale di Borgo Trento di Verona, gli operatori sanitari hanno ricevuto una nuova dotazione, che sarà attiva da ottobre 2025, pensata per aumentare la sicurezza sul luogo di lavoro.
Al pronto soccorso di Borgo Trento arriva il dispositivo anti-aggressioni
Si tratta di un piccolo dispositivo, poco più grande di un badge identificativo, che consente di lanciare immediatamente un allarme in caso di aggressioni, verbali o fisiche.
La caratteristica più innovativa dello strumento è la geolocalizzazione in tempo reale: nel momento in cui viene attivato, il personale di supporto può individuare con precisione la posizione del collega in difficoltà e raggiungerlo nel giro di pochi secondi, riducendo i tempi di intervento.

Il sistema si appoggia alla tecnologia di navigazione indoor già predisposta all’interno della struttura ospedaliera, che in futuro troverà ulteriori applicazioni. L’infrastruttura, infatti, potrà essere sfruttata anche per creare mappe GPS interne utili a orientare pazienti e visitatori, facilitando il percorso verso reparti e ambulatori.

Con questa iniziativa, l’ospedale scaligero compie un passo avanti sia nella tutela del personale sanitario, sempre più esposto a episodi di tensione, sia nella modernizzazione dei servizi rivolti ai cittadini.
CISL FP Verona: “I dispositivi non bastano, servono agenti nei Pronto Soccorso”
L’introduzione dei nuovi dispositivi anti-aggressione per il personale del pronto soccorso di Borgo Trento, a Verona, non convince del tutto la CISL FP. Il sindacato, pur accogliendo l’iniziativa come un passo avanti, sottolinea però i suoi limiti.
“Questi dispositivi allertano, ma non difendono. Geolocalizzano, ma non proteggono. Alla fine il personale sanitario resta solo, in attesa delle forze dell’ordine. E questo non è accettabile”, ha dichiarato il segretario generale della CISL FP Verona, Giovanni Zanini.

Il sindacato torna quindi a chiedere una presenza stabile di agenti della Polizia di Stato nei pronto soccorso, considerata l’unica forma di tutela davvero efficace.
“È paradossale – osserva Zanini – che per difendere le proprietà aziendali sia previsto il ranger, mentre chi si prende cura delle persone debba proteggersi da solo“.
I numeri confermano la gravità della situazione: nei primi otto mesi del 2025 al pronto soccorso di Borgo Trento si sono registrati 30 episodi di aggressione, in linea con i 41 del 2024 e i 24 del 2023. Vittime soprattutto infermieri e operatori socio-sanitari, in prevalenza donne, aggredite per lo più da pazienti in stato di alterazione psicofisica o con disagio psichico.
La CISL FP riconosce l’utilità del supporto psicologico attivato per i dipendenti, ma ritiene che non sia sufficiente “gestire le conseguenze” senza investire sulla prevenzione.
“Serve una strategia vera – conclude Zanini – perché la sicurezza non si garantisce con un pulsante, ma con una presenza concreta, competente e istituzionale accanto a chi ogni giorno si prende cura degli altri”.
Tre aggressioni in una settimana in Veneto
Sono sempre più frequenti le aggressioni a medici e a operatori sanitari in Veneto: nel corso della scorsa settimana sono tre i gravi episodi che si sono registrati prima a Verona, poi a Valdobbiadene (Treviso) e infine a Mestre (Venezia).
Il primo episodio è avvenuto durante la notte tra domenica 7 e lunedì 8 settembre 2025, a Legnago. Erano da poco trascorse le 22, quando all’utenza 112 è arrivata la richiesta di aiuto da parte del personale medico del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Legnago che ha riferito la presenza di un soggetto visivamente alterato e che, durante le fasi di controllo medico per precedente aggressione da parte di connazionali, ha scagliato un computer contro il medico in turno.
La seconda aggressione è avvenuta martedì notte 9 settembre 2025 a Valdobbiadene, dove un 43enne, già noto alle forze dell’ordine, in stato di ubriachezza ha seminato il caos nel proprio appartamento.
Il paziente aveva contattato autonomamente il 118 lamentando un forte dolore al braccio. Ma, dopo le prime cure, la situazione è degenerata: il paziente ha colpito gli infermieri con calci e pugni, sputando addosso a uno di loro. Una dottoressa è stata costretta a rifugiarsi nel bagno per evitare l’aggressione, mentre anche un carabiniere è stato colpito con uno schiaffo.
Alla fine il 43enne è stato bloccato e arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, quindi portato in caserma. Dopo alcune ore, è stato rimesso in libertà.
L’ennesimo episodio di violenza fisica e verbale è avvenuto nel Pronto Soccorso dell’ospedale di Mestre, il 10 settembre 2025, dove un paziente, in stato psicofisico alterato e con problemi di tossicodipendenza, si è agitato all’improvviso, iniziando a prendere di mira gli arredi della struttura ospedaliera, danneggiando anche una barella e alcune sedie.
Nel tentativo di fermarlo e calmarlo, una guardia giurata ha subito un colpo al torace. Il paziente è stato poi bloccato dall’intervento degli agenti di Polizia della postazione ospedaliera, col supporto anche di una volante. Il soggetto è stato quindi arrestato.