Quella di Milano è l’unica città dove il tasso di motorizzazione, ossia il numero di auto ogni 100 abitanti, è diminuito nel decennio 2015-2024. Di poco, certo (si parla dello 0,6% in termini percentuali mentre in termini assoluti si è passati da 51 auto ogni 100 abitanti a 50,4), ma intanto il capoluogo lombardo è l’unica tra le principali città italiane a vedere questo dato in diminuzione.
Auto diminuite a Milano dal 2015 al 2024
Dato che è contenuto nell’ultimo rapporto sulla mobilità degli italiani, pubblicato dall’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti (Isfort) nelle scorse settimane. La ricerca mette a confronto – tra le altre questioni – le principali città italiane per la presenza di auto, simbolo per eccellenza della mobilità individuale, ed evidenzia un altro primato del Nordovest, non altrettanto edificante. La città di Torino – per molti decenni capitale dell’automobile e dell’automotive – è quella con il maggiore aumento del tasso di motorizzazione nel decennio in esame: se nel 2015 nella capitale sabauda c’erano 61,9 auto ogni 100 abitanti, nel 2024 il dato è balzato a quota 75,7 (+ 13,8%). Dietro Torino nel gruppo delle principali città della Penisola troviamo Catania, con una crescita del 13% (dalle 67,9 nel 2015 alle 80,9 dell’anno scorso). L’altra capitale del Nordovest, Genova, vede pure un aumento delle vetture circolanti in relazione alla popolazione, ma più contenuto: si parla infatti di un 1,3% in più (dalle 46 del 2015 alle 47,3 dell’anno passato). Assieme a Venezia però il capoluogo ligure è l’unico centro ad avere l’indice inferiore alle 50 unità, rimanendo al di sotto del rapporto di 2 persone per auto. Si evidenzia comunque un generale calo del mercato, visto che da gennaio a settembre 2025 le immatricolazioni sono state 1,2 milioni in Italia, il 2,9% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel Nordovest il peso della mobilità collettiva è maggiore
Il rapporto evidenzia anche come, nelle regioni del Nordovest, la mobilità collettiva sia più pesante. Il dato è in proporzione, ma i mezzi pubblici sono più frequenti da noi che altrove nel 2024, anche se rispetto all’epoca pre pandemica sono diminuiti. Nel 2019 erano infatti il 15,2% degli spostamenti totali, mentre nel 2023 sono scesi al 12% per poi risalire al 12,1% nell’anno scorso. Rimane comunque a fare la parte della regina l’auto, come principale modalità di trasporto e spostamenti nei nostri territori. Anche se tra il 2023 e il 2024 questo mezzo di trasporto subisce una flessione degna di nota: dal 61,8% è scesa infatti al 57,8%. Rimane alto il divario tra i grandi e i piccoli centri: «Nelle grandi città con oltre 250mila abitanti il trasporto pubblico si è attestata al 17,6% di share, in lieve riduzione dal 2023, la percentuale nettamente più alta tra tutte le fasce dimensionali urbane, dai centri più piccoli (6,1%) alle città di media taglia tra 50mila e 250mila abitanti (7,5%). I divari si sono però ridotti, e non di poco, rispetto al 2023. L’altro pilatro della sostenibilità del trasporto nelle grandi aree urbane è rappresentato dagli spostamenti a piedi che – favoriti dalla domanda di prossimità – incidono per oltre un quarto del totale, con una crescita non marginale registrata tra il 2023 e il 2024 (due punti e mezzo). Tra i mezzi individuali, si conferma contenuto il peso della bicicletta, relativamente molto alto quello della moto (6,0%) e relativamente molto basso quello dell’auto, tornato nel 2023 appena sotto la soglia del 50%, con un divario enorme ad esempio dai comuni con meno di 10mila abitanti dove lo share delle “quattro ruote” supera il 70% (ma in forte diminuzione rispetto al 2023)».
La densità ciclabile
Sul fronte della mobilità sostenibile, un vero e proprio simbolo è la bicicletta. Per questo motivo esiste un monitoraggio dell’Istat che controlla lo sviluppo sul territorio nazionale di ciclabili e cliclovie. Anche in quest’ambito il Nordovest è un po’ il traino del paese: se nel 2015 erano 1.050 i km di piste nell’area geografica, nel 2023 il dato è crescito fino a 1.545,5 km, una variazione del 47,2% in più. Ma il nostro è comunque un secondo posto: rimane in testa il Nordest per la presenza di km ciclabili, con 2.592,5 km in totale nel 2023 (nel 2015 erano 1.996, il 29,9% in meno).
Il Trasporto pubblico locale
Nel 2020 c’è stato un vero e proprio crollo di passeggeri (il 40% in meno) per motivi facilmente intuibili. Nel biennio successivo c’è stato un forte recupero, ma il volume complessivo rimane inferiore di circa il 10% rispetto ai livelli prepandemici. La graduatoria delle città con il maggior numero di passeggeri pro-capite vede al primo posto Venezia (711,5), seguita a ruota da Milano (418,5) e Genova (391,6). Subito dopo Trieste troviamo il capoluogo piemontese, Torino, che occupa la 5ª posizione assoluta con 305 passeggeri TPL pro-capite. Il Nordovest vede un totale di 275,7 passeggeri pro-capite, nel 2023. In totale nel settore operano circa 830 imprese, delle quali una ventina sono nel comparto ferroviario (con un totale di 117.000 lavoratori), generando un giro d’affari di 12 miliardi di euro muovendo quasi 50.000 mezzi. In termini di offerta il TPL offre annualmente servizi di mobilità per 1,8 miliardi di vetture km, 225 milioni di treni km e 5,3 milioni di corse miglio (navigazione), trasportando 5 miliardi di passeggeri.
“Eppur si muove!”
In conclusione il rapporto propone una lettura e un commento della situazione, bene analizzata dal gruppo di lavoro di Isfort coordinato da Carlo Carminucci: «Qualcosa sta cambiando nel monolite storico dei comportamenti di mobilità dei cittadini; non sono cambiamenti radicali, ma…. “Eppur si muove”! Si muovono le percezioni, le abitudini, le aspettative e – lentamente – anche le scelte modali. Pur con tempi diversi tra territori e gruppi sociali, cresce la consapevolezza ambientale e si afferma una cultura della mobilità più attenta alla qualità della vita e alla sostenibilità. La sfida dei prossimi anni sarà trasformare questi micro-cambiamenti in un’evoluzione strutturale, accelerando la transizione senza escludere nessuno, costruendo un sistema di mobilità che unisca sostenibilità, innovazione e giustizia sociale. Solo una governance coordinata, capace di integrare politiche ambientali, economiche e sociali, potrà rendere la mobilità un diritto effettivo e universale per tutti i cittadini».